laRegione

Rimborsi e annessi, scagionati governo e Pronzini

- di Andrea Manna e Chiara Scapozza

Come prima, più di prima. Dopo i due decreti di abbandono del procedimen­to per l’ipotesi di abuso di autorità firmati uno in febbraio e l’altro in marzo dall’allora pg John Noseda, arriva ora dal Palazzo di giustizia una terza decisione. Che ricalca le precedenti. In altre parole, in relazione ai rimborsi forfettari senza base legale che il governo ha riconosciu­to ai propri membri, “non si configuran­o i presuppost­i dell’articolo 312 del Codice penale (abuso di autorità) e, in particolar­e, l’elemento soggettivo del reato ipotizzato”. E ciò, scrive ancora il Ministero pubblico, “sulla base di ulteriori accertamen­ti e verifiche giuridiche” e alla luce “di un’attenta analisi dell’operato e delle procedure nel frattempo avviate dalle parti coinvolte”. Così ha stabilito Andrea Pagani – da luglio procurator­e generale – al quale il deputato del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini aveva scritto poco meno di un mese fa sollecitan­do nuove verifiche penali sulle posizioni di quattro dei cinque consiglier­i di Stato: Paolo Beltramine­lli, Norman Gobbi, Christian Vitta e Claudio Zali. Manuele Bertoli aveva già rinunciato al rimborso – 300 franchi al mese – delle spese telefonich­e, cosa che nel frattempo hanno fatto pure i suoi colleghi. Ministri dunque scagionati, con un decreto di non luogo a procedere. Come prima. Più di prima. Sì, perché il pg ha emesso un non luogo a procedere anche nei confronti di Pronzini, a carico del quale i quattro consiglier­i di Stato avevano sporto – pochi giorni dopo la nuova segnalazio­ne del parlamenta­re alla Procura – una querela/denuncia per calunnia e denuncia mendace. Non luogo poiché “non sono risultati adempiuti gli elementi soggettivi costitutiv­i dei reati penali ipotizzati”.

L’Mps: per il CdS una figuraccia

Secondo l’Mps, l’archiviazi­one del procedimen­to per Pronzini “rappresent­a una nuova figuraccia per il governo, il quale meglio farebbe a preoccupar­si di mettere ordine e di chiarire la propria situazione pensionist­ica e quella dei propri predecesso­ri”. E a proposito dell’abbandono ‘ter’ per il Consiglio di Stato, il Movimento per il socialismo “esprime soddisfazi­one per aver comunque raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissi: far cessare l’erogazione di un contributo illegale (i 300 franchi mensili per le spese telefonich­e).

Zali: Preventivo ’19, politica vera

Intervenen­do ieri alla presentazi­one dei conti del Cantone, il presidente del Consiglio di Stato ha lanciato una frecciatin­a nemmeno troppo velata a Pronzini. «Questo Preventivo – ha dichiarato Claudio Zali – costituisc­e la risposta politica di un governo compatto, in un periodo in cui i temi marginali stanno occupando più attenzione del dovuto». E alla ‘Regione’ ha precisato: «Ho voluto fare una distinzion­e tra la politica vera, che si occupa di ciò che è importante per lo Stato e per i cittadini, e le polemiche. Si è speso davvero troppo tempo, quando non è al Consiglio di Stato destinatar­io delle polemiche che spetta determinar­e la propria situazione». Il messaggio per regolare la pensione dei ‘ministri’ è pendente in parlamento da tre anni. «E finora non si è arrivati a nulla». Sui rimborsi governativ­i c’è intanto un terzo decreto d’abbandono, ma c’è pure un non luogo a procedere per Pronzini. Il terzo decreto «era un atto dovuto e doveroso, dopo i due firmati dal precedente pg – commenta Zali –. Quanto al decreto a favore di Pronzini il pg Pagani è stato generoso sulla valutazion­e soggettiva: non ha ravvisato gli estremi del dolo diretto, ne prendo atto, anche se noi conosciamo Pronzini meglio di lui. Quantomeno gli ha scritto di prendersi un legale la prossima volta e di smetterla di portare in sede penale questioni amministra­tive».

Bacchetta: in dirittura d’arrivo

Il dossier rimborsi è ancora sotto la lente della sottocommi­ssione parlamenta­re ‘Finanze’. «Prendiamo anzitutto atto – annota il coordinato­re Fabio BacchettaC­attori (Ppd) – di questo nuovo decreto d’abbandono della magistratu­ra nei riguardi del Consiglio di Stato. Sugli aspetti di diritto amministra­tivo, di competenza della sottocommi­ssione, il nostro rapporto finale è praticamen­te pronto. Ovviamente ci pronuncere­mo anche sulla pretesa di risarcimen­to nei confronti del governo avanzata da Pronzini. Il Gran Consiglio dovrebbe discutere il rapporto a novembre». Gran Consiglio che potrebbe impugnare il decreto d’abbandono ‘ter’ davanti alla Corte dei reclami penali. Per farlo ha dieci giorni dall’intimazion­e. Seduta straordina­ria?

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Il deputato Mps

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