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Gli svizzeri sono ricchi, ma indebitati

Guidano la classifica mondiale dei patrimoni finanziari e sono tra i primi per debito pro capite

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Zurigo – Grazie al boom delle Borse, a livello globale i ricchi sono diventati ancor più ricchi: i patrimoni finanziari lordi delle economie domestiche sono saliti del 7,7% a 168’300 miliardi di euro (circa 188mila miliardi di franchi) nel 2017. La Svizzera registra la crescita più forte dal 2009 (+5,9% a 2’210 miliardi di euro, circa 2’480 miliardi di franchi) riconquist­ando dopo un anno di pausa il primato di nazione più benestante del mondo – davanti a Stati Uniti, Svezia e Olanda – con una ricchezza netta pro capite di 173’990 euro (195’217 franchi). A titolo di paragone, l’anno scorso gli oltre otto milioni di svizzeri disponevan­o complessiv­amente di un patrimonio superiore a quello dei 46 milioni di spagnoli (circa 2’412 miliardi di franchi) o dei 210 milioni di brasiliani (circa 2’188 miliardi di franchi). Il tasso di crescita elvetico si è collocato nettamente al di sopra della media dell’Europa occidental­e (3,9%); solo Norvegia e Svezia hanno mostrato, entrambe con un 6,1%, una crescita patrimonia­le più alta, indica l’assicurato­re tedesco Allianz nella sua nona edizione del ‘Global Wealth Report’, che analizza la situazione patrimonia­le e debitoria delle famiglie in oltre 50 Paesi. Nonostante l’inasprimen­to delle tensioni politiche, viene affermato, il 2017 si è rivelato un anno quasi perfetto per gli investitor­i: la ripresa successiva alla crisi finanziari­a ha fatto registrare una crescita dell’economia a livello mondiale, con un forte sviluppo dei mercati finanziari e soprattutt­o di quelli azionari. “Il 2017 è stato un ottimo anno per i risparmiat­ori, ma segna anche la fine inderogabi­le dell’era post-crisi. Sono finiti i tempi delle politiche monetarie di enorme espansione che generavano sui mercati finanziari un andamento di crescita costante e pressoché privo di oscillazio­ni. I segnali lasciano presagire una tempesta: tassi di interesse in aumento, conflitti commercial­i e una politica sempre più populista generano tensioni e turbolenze. I primi mesi di quest’anno ne sono stati un’anticipazi­one”, sostiene il capoeconom­ista di Allianz Michael Heise. Nel contempo il tasso di crescita del debito delle economie domestiche svizzere ha mostrato un rallentame­nto (+2,6% dopo un +3% nel 2016) a 738 miliardi di euro. Solo i danesi e gli australian­i hanno debiti più alti (132,1% e 131,2 per cento).

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