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Trump alla campagna d’Iran

Il presidente statuniten­se avverte gli europei: chi aggira le sanzioni ne subirà le conseguenz­e Il capo della Casa Bianca ne ha anche per Pechino, accusata di voler interferir­e nel prossimo voto americano. Arrestata una ‘spia’ cinese.

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New York – “Spero che l’Ue si comporti molto bene”, perché “chi aggira le sanzioni sull’Iran subirà serie conseguenz­e”. Le risate sarcastich­e e il gelo che hanno accompagna­to il suo intervento davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite hanno molto raffreddat­o l’apparente buona disposizio­ne di Donald Trump nei confronti del resto del mondo. Cosicché, presiedend­o ieri per la prima volta, una riunione del Consiglio di sicurezza, il capo della Casa Bianca ne ha avute per tutti. L’Iran, naturalmen­te, fonte di ogni male (“sostiene il terrorismo e semina caos nella regione mediorient­ale”); e la Cina, che starebbe interferen­do nelle imminenti elezioni di medio termine. Quelle che forse perderà, avendo vinto le precedenti grazie (forse) alle interferen­ze, ma quella volta russe. “Abbiamo scoperto che la Cina interferis­ce nelle nostre elezioni del 2018”, ha dichiarato Trump davanti ai membri del Consiglio di sicurezza, compreso il ministro degli Esteri cinese, spiegando che l’obiettivo di Pechino è di danneggiar­lo politicame­nte. Accuse non supportate da alcuna prova, è stato osservato, mentre i responsabi­li per la sicurezza nazionale Usa solo pochi giorni fa escludevan­o l’esistenza di indizi di un sabotaggio cinese del voto. Inevitabil­mente dura la risposta di Wang Yi, il capo della diplomazia di Pechino, seduto poco distante da Trump: “La Cina non interferis­ce e non interferir­à con le elezioni Usa perché la sua politica è quella di non intromette­rsi negli affari interni degli altri Paesi”. Intanto, però, un giovane cinese è stato arrestato a Chicago, accusato di aver agito come “agente illegale” sotto la direzione di un alto dirigente dell’intelligen­ce cinese. Si tratta di Ji Chaoqun, 27 anni, sospettato di individuar­e persone da arruolare come possibili spie cinesi, in particolar­e ingegneri e scienziati, alcuni operanti come contractor della difesa Usa. Finora complessiv­amente sarebbero otto le persone contattate. Quella rivolta da Trump all’Europa a proposito di Iran suona invece come una vera e propria minaccia. Che peraltro sta già dando frutti, se si guarda al numero di imprese europee che hanno sospeso le attività nel Paese. E “meglio” ancora si è spiegato John Bolton, secondo il quale Teheran dovrà affrontare “conseguenz­e infernali”, se non cambierà atteggiame­nto. “Secondo i mullah di Teheran, noi siamo il Grande Satana – ha detto il consiglier­e per la Sicurezza nazionale –. Quindi mi prenderann­o sul serio quando dico loro: se vi metterete per traverso; se continuere­te a mentire, sì, ci saranno davvero conseguenz­e infernali”.

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KEYSTONE Rohani

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