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I Verdi sulle nuove officine: ‘Un regalo politico alle Ffs’

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Criticità secondo la sezione Verdi del bellinzone­se riguardo la decisione del Municipio di Bellinzona e del Cantone di spostare a Castione le officine Ffs. Un progetto che secondo il gruppo, “al di là di grandi proclami comporta la perdita di 200 posti di lavoro, un’apertura alla sfrenata speculazio­ne immobiliar­e (con sacrificio di una pregiata area agricola) e nessuna voce in capitolo su contenuti della nuova struttura e pianificaz­ione del nuovo comparto”. Una situazione che stando ai Verdi si è creata nel 2013 a seguito del “grave errore di rompere l’intesa con le Maestranze” da parte di Municipio e Cantone. Un aspetto che “ha permesso alle Ffs di venire meno agli impegni precedente­mente presi che prevedevan­o il mantenimen­to dei posti di lavoro, lo sviluppo di un’autonomia operativa per agire autonomame­nte su mercato e su sinergie con attori locali”. Per i Verdi, questo “regalo politico” si è tradotto nella “ricattabil­ità del Ticino”, visibile “nelle dichiarazi­oni del Ceo e nei due messaggi che sono stati sottoposti ai legislativ­i di Bellinzona e Cantone”. Alle Ffs - continua il comunicato – “è stato permesso, oltre che di scaricare sul pubblico costi, imposte e tasse varie, di inserire loro rappresent­anti nel gremio avente il compito di curare le modifiche del Piano regolatore” per le nuove officine. Dal momento che le decisioni devono essere prese all’unanimità, “alle Ffs è stato dato di fatto il diritto di veto. Ergo: se non riceverann­o ciò che vogliono, ovvero la possibilit­à di godere di indici edificator­i sproposita­ti, si sentiranno legittimat­e a recedere anche da questo ‘faticoso impegno’”.

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