‘Non me ne sono fregata’
Via Industria: parla la custode del ‘palazzone’, che rispedisce al mittente le accuse di disinteresse Anche l’amministrazione dello stabile si sarebbe mossa, inviando delle raccomandate agli inquilini. Intanto, i vicini smentiscono quanto affermato dal pa
«Non voglio passare per quella che se n’è fregata, di segnalazioni ne ho fatte tante». A parlare è Teresa, custode del ‘palazzone’ di via Industria al centro della cronaca da diversi giorni per l’appartamento colmo d’immondizia in cui vivevano una famiglia di cinque persone e diciotto cani non dichiarati. Portinaia da vent’anni, la signora non ci sta: «Ho sempre svolto con responsabilità il mio compito – sostiene –, ogni volta che sentivo gli inquilini lamentarsi per la puzza o le poche volte che qualcuno è venuto direttamente da me, sono intervenuta». Teresa avrebbe chiamato più volte la Polizia comunale, ma non v’è nulla nero su bianco. «Mi è stato detto che non era di loro competenza, rimandandomi all’amministrazione del palazzo e anche all’Edilizia privata, che non mi ha mai richiamata». Proprietaria dello stabile di quindici piani è una società zurighese – la Swiss Finance & Property Ag –, ad amministrarlo per suo conto è invece la Privera Sa, con sede ticinese a Massagno. Questi ultimi sono stati contattati «ad aprile e mi hanno risposto subito – ancora la custode –, dicendomi che avrebbero scritto delle raccomandate agli inquilini chiedendo di entrare a vedere l’apparta- mento. Che io sappia non hanno mai ricevuto risposta». A inizio luglio, e lo testimonia una e-mail che parla però di soli cinque cani – «erano quelli che vedevo» –, del fatto che ci fosse qualcosa di anomalo è stato informato anche il veterinario cantonale. Intanto, diversamente da quanto dichiarato dal padre alla Rsi, diversi vicini sostengono che «è vero eccome che i figli dormivano qui, li vedevamo la mattina partire per andare a scuola». Teresa ricorda inoltre di aver visto un mese fa circa la madre, contestandole le lamentele dei vicini che hanno passato l’estate con le finestre chiuse a causa del tanfo e questa le avrebbe risposto che «abbiamo avuto dei problemi, ma li stiamo risolvendo». Ad amareggiare la portinaia è anche l’immagine che ancora una volta esce del palazzo e del quartiere. «Mi dà fastidio che si generalizzi – spiega –, questo è un caso grave: hanno messo in pericolo tutti, sarebbe potuto scoppiare un incendio. Però qui è pieno di persone che si alzano all’alba per andare a guadagnarsi onestamente il pane».