‘È solo una querelle personale’
A Chiasso sulla controversia Pantani-arciprete le istituzioni (per ora) restano a guardare Dosi: ‘Ci vuole una reazione’. Plr cauto e la Lega difende la vicesindaco. Mentre il Ppd è pronto a un atto formale.
Il Municipio di Chiasso, per ora, sembra orientato a restare alla finestra. Come dire che fra la vicesindaco (Roberta Pantani) e l’arciprete (don Gianfranco Feliciani) è molto meglio non... mettere il dito. Il sindaco Bruno Arrigoni lo ha detto in modo chiaro da queste colonne (cfr. ‘laRegione’ di ieri’): quelle della municipale (nonché capodicastero Socialità e consigliera nazionale della Lega) sono «esternazioni personali». Solo davanti a un atto formale l’esecutivo dirà la sua. Detta altrimenti, l’uscita del Ppd non basta. E l’atto formale potrebbe anche approdare, e presto, sul tavolo dell’autorità cittadina, chiamandola così a uscire allo scoperto sulle affermazioni affidate al ‘Mattino’; che puntano il dito (una volta di più) sul parroco e le sue omelie, salvo scivolare poi perlomeno maldestramente sulla scelta di chiamare a servir messa due chierichetti di origine etiope (peraltro “figli adottivi – con passaporto rossocrociato – di una coppia ticinese con radici saldamente nostrane”, ha ricordato il Ppd). Anche Giorgio Fonio, consigliere comunale popolaredemocratico, è altrettanto limpido: «Se dal Municipio non arriveranno delle risposte, trasformeremo le nostre richieste in una interpellanza». L’affondo, del resto, il Ppd l’ha già dato: l’esecutivo deve, innanzitutto distanziarsi dalla vicesindaco, quindi valutare se sia ancora al posto giusto (a capo della Socialità). Un municipale, seppur a titolo personale, allo scoperto ci è voluto uscire. È Davide Dosi (Us-I Verdi), che in casi come questo sente come una necessità una presa di posizione istituzionale. Come istituzionale, ci fa notare Dosi, «è il ruolo che riveste la signora Pantani; dal quale non può prescindere». Il municipale socialista non ci nasconde di essere preoccupato. «Ognuno è libero di esprimere le proprie idee, ma vista la sua posizione dovrebbe porre attenzione a ciò che dice e al linguaggio che usa. Quello che è accaduto è un brutto segnale di un razzismo che si sta diffondendo. E fare certe affermazioni è come fomentare un problema che già sta crescendo, come si è visto alla serata sul Centro federale d’asilo al Palapenz (vedi sotto, ndr)». Si trattiene, invece, Davide Capoferri, presidente della sezione Plr. E come il sindaco (Plr) si limita a ribadire che «si tratta di questioni personali tra Roberta Pantani e don Feliciani». Sebbene, precisa ancora, «non condivido i modi». E sulle istanze del Ppd di sollevarla dal dicastero? «L’uscita che ha fatto (Pantani, ndr) – taglia corto – non c’entra niente con l’operato all’interno del dicastero». È una difesa a spada tratta, invece, quella di Stefano Tonini, consigliere comunale della Lega. «Il Dicastero socialità – sgombra subito il campo – non è in discussione. Mai come ora è ben diretto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nel merito: nell’articolo di Roberta Pantani si parla di bambini provenienti da altre culture e di migranti, senza mai fare alcun riferimento alla religione, al colore della pelle o alla provenienza. Credo che la cosa più grave in questa questione sia la brama di pubblicità del Ppd che ha dato dettagli tali da poter identificare questi minori, violandone chiaramente la privacy – rintuzza Tonini –. È semplicemente una diatriba tra Roberta Pantani e don Feliciani, niente di più – rilancia –. D’altronde sono anni che il nostro parroco lancia invettive contro il ‘Mattino della domenica’, contro la Lega dei ticinesi: ci marchia di essere razzisti e soprattutto non perde l’occasione per fare politica dal suo pulpito». La querelle continua.