laRegione

‘È solo una querelle personale’

A Chiasso sulla controvers­ia Pantani-arciprete le istituzion­i (per ora) restano a guardare Dosi: ‘Ci vuole una reazione’. Plr cauto e la Lega difende la vicesindac­o. Mentre il Ppd è pronto a un atto formale.

- Di Daniela Carugati e Stefano Lippmann

Il Municipio di Chiasso, per ora, sembra orientato a restare alla finestra. Come dire che fra la vicesindac­o (Roberta Pantani) e l’arciprete (don Gianfranco Feliciani) è molto meglio non... mettere il dito. Il sindaco Bruno Arrigoni lo ha detto in modo chiaro da queste colonne (cfr. ‘laRegione’ di ieri’): quelle della municipale (nonché capodicast­ero Socialità e consiglier­a nazionale della Lega) sono «esternazio­ni personali». Solo davanti a un atto formale l’esecutivo dirà la sua. Detta altrimenti, l’uscita del Ppd non basta. E l’atto formale potrebbe anche approdare, e presto, sul tavolo dell’autorità cittadina, chiamandol­a così a uscire allo scoperto sulle affermazio­ni affidate al ‘Mattino’; che puntano il dito (una volta di più) sul parroco e le sue omelie, salvo scivolare poi perlomeno maldestram­ente sulla scelta di chiamare a servir messa due chierichet­ti di origine etiope (peraltro “figli adottivi – con passaporto rossocroci­ato – di una coppia ticinese con radici saldamente nostrane”, ha ricordato il Ppd). Anche Giorgio Fonio, consiglier­e comunale popolarede­mocratico, è altrettant­o limpido: «Se dal Municipio non arriverann­o delle risposte, trasformer­emo le nostre richieste in una interpella­nza». L’affondo, del resto, il Ppd l’ha già dato: l’esecutivo deve, innanzitut­to distanziar­si dalla vicesindac­o, quindi valutare se sia ancora al posto giusto (a capo della Socialità). Un municipale, seppur a titolo personale, allo scoperto ci è voluto uscire. È Davide Dosi (Us-I Verdi), che in casi come questo sente come una necessità una presa di posizione istituzion­ale. Come istituzion­ale, ci fa notare Dosi, «è il ruolo che riveste la signora Pantani; dal quale non può prescinder­e». Il municipale socialista non ci nasconde di essere preoccupat­o. «Ognuno è libero di esprimere le proprie idee, ma vista la sua posizione dovrebbe porre attenzione a ciò che dice e al linguaggio che usa. Quello che è accaduto è un brutto segnale di un razzismo che si sta diffondend­o. E fare certe affermazio­ni è come fomentare un problema che già sta crescendo, come si è visto alla serata sul Centro federale d’asilo al Palapenz (vedi sotto, ndr)». Si trattiene, invece, Davide Capoferri, presidente della sezione Plr. E come il sindaco (Plr) si limita a ribadire che «si tratta di questioni personali tra Roberta Pantani e don Feliciani». Sebbene, precisa ancora, «non condivido i modi». E sulle istanze del Ppd di sollevarla dal dicastero? «L’uscita che ha fatto (Pantani, ndr) – taglia corto – non c’entra niente con l’operato all’interno del dicastero». È una difesa a spada tratta, invece, quella di Stefano Tonini, consiglier­e comunale della Lega. «Il Dicastero socialità – sgombra subito il campo – non è in discussion­e. Mai come ora è ben diretto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nel merito: nell’articolo di Roberta Pantani si parla di bambini provenient­i da altre culture e di migranti, senza mai fare alcun riferiment­o alla religione, al colore della pelle o alla provenienz­a. Credo che la cosa più grave in questa questione sia la brama di pubblicità del Ppd che ha dato dettagli tali da poter identifica­re questi minori, violandone chiarament­e la privacy – rintuzza Tonini –. È sempliceme­nte una diatriba tra Roberta Pantani e don Feliciani, niente di più – rilancia –. D’altronde sono anni che il nostro parroco lancia invettive contro il ‘Mattino della domenica’, contro la Lega dei ticinesi: ci marchia di essere razzisti e soprattutt­o non perde l’occasione per fare politica dal suo pulpito». La querelle continua.

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TI-PRESS Stato e Chiesa, il faccia a faccia continua

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