laRegione

‘Preoccupa l’assenza di confronto civile’

- Di Daniela Carugati

A evocarli, la Curia e il vescovo, è stata la stessa Roberta Pantani. E dalle pagine del ‘Mattino’, giusto domenica scorsa. L’invito a trasferire l’arciprete non è neanche tanto velato. “se il Feliciani ritiene di vivere in un Paese che non gli aggrada – scrive la vicesindac­o nelle sue esternazio­ni –, non ha che da fare le valigie e partire per altri lidi (meglio se lontani). Ciò facendo – rincara –, risolvereb­be anche un problema non da poco alla Curia, che del Feliciani non sa più che farsene, non riuscendo neppure a trasferirl­o in altre parrocchie, perché non particolar­mente gradito. I cittadini chiassesi, i sempre meno astanti alle sue funzioni domenicali, migranti, prostitute, agenti di polizia, politici, donne, uomini e bambini, tutti ne sarebbero lieti”. E anche qui la municipale non ci è andata tanto per il sottile. La diatriba fra lei e il parroco, d’altro canto, non è certo nuova. Il vescovo di Lugano, monsignor Valerio Lazzeri, in ogni caso, chiamato in causa non si è tirato indietro. Sollecitat­o ieri da ‘laRegione’ non ha mancato di dire alcune parole in merito alla vicenda e altresì in riferiment­o alla pastorale dell’arciprete di Chiasso don Feliciani.

Monsignor vescovo, la vicesindac­o Roberta Pantani ha attaccato dalle colonne del ‘Mattino’ l’arciprete di Chiasso, don Feliciani, per aver accolto fra i chierichet­ti due bambini di origine etiope. Parole dure le sue e che la chiamano in causa, quasi a mettere in discussion­e la pastorale del parroco. Come risponde?

Mi auguro sia stata un’uscita maldestra e gonfiata. Chiasso è un territorio di confine, dove possono più facilmente che altrove venirsi a creare delle situazioni che sollecitan­o un parroco a intervenir­e per fare riflettere i fedeli sulle loro responsabi­lità, anche sul piano sociale e civile. Non penso che si possa parlare di sconfiname­nti da questo punto di vista. Che certi temi possano essere particolar­mente sensibili per una certa parte politica e suscitare reazioni d’insofferen­za è un fatto. Non mi pare, però, che sia il caso di amplificar­e quanto avvenuto. Riguardo ai bambini di origine etiope, sono state pronunciat­e parole maldestre, insensate e prive di fondamento. Oso sperare che siano da attribuire soltanto alla foga della polemica.

Non è la prima volta che Roberta Pantani e la Lega puntano il dito su don Feliciani, accusandol­o di fare politica dal pulpito. Salvo poi, come è il caso recente, commentare scelte insite alla Parrocchia. Per finire entrambi, allora, hanno sconfinato in campo altrui? Cosa ne pensa? Ritiene che la Parrocchia di Chiasso sia nelle mire della Lega?

I rapporti fra Stato e Chiesa sono già ben definiti. Che però a livello personale ci siano incomprens­ioni, può capitare. Ciò che è importante è riuscire a costruire un dialogo, evitando quindi degli attacchi unilateral­i.

La querelle di Chiasso. Poi giusto martedì sera l’incontro informativ­o sul futuro Centro federale d’asilo che degenera quasi in rissa. L’impression­e è che ci siano segnali inquietant­i a fronte del tema dei flussi migratori e del rapporto con l’altro. Questa situazione, monsignor Lazzeri, la preoccupa?

Certo, mi preoccupa l’esasperazi­one dei toni e l’incapacità crescente a confrontar­si civilmente su temi così importanti come l’accoglienz­a degli stranieri e i flussi migratori. È paradossal­e che alla diminuzion­e degli arrivi corrispond­a un inacidirsi dei toni e l’aumento degli attacchi personali, come quelli che hanno colpito anche don Giusto, parroco di Rebbio – attaccato dal gruppo politico di destra Forza nuova con uno striscione per le sue posizioni sulla linea del governo italiano in fatto di flussi migratori e accusato, pure lui, di occuparsi di politica fuori dal suo ruolo, ndr –. Mi auguro da parte di tutti un sussulto di buon senso, di civiltà, di umanità.

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Il vescovo Lazzeri

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