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Casa San Carlo, tutte le criticità e ora il rilancio

Casa San Carlo: Giuseppe Cotti ammette le (molte) pecche del passato e annuncia diverse novità Il nuovo responsabi­le per il Municipio: ‘Era assolutame­nte necessaria più chiarezza nelle gerarchie e nelle funzioni’. E per i quadri arriva un progetto di ‘coa

- Di Davide Martinoni

All’uscita da una «gestione transitori­a e di emergenza», come la definisce il nuovo capodicast­ero incaricato, Giuseppe Cotti, Casa San Carlo si proietta al futuro con la certezza di una nuova guida – il direttor Mauro Pirlo, giunto in sostituzio­ne del dimissiona­rio Stefano Hefti – e «la volontà di ripartire da una nuova base di dialogo, rispetto dei ruoli e delle competenze, chiarezza nelle mansioni e maggiore fluidità nello scambio di informazio­ni, anche grazie alla neo-costituita commission­e del personale». Ma serve, per consolidar­e «una doverosa chiarezza anche nei confronti dell’opinione pubblica», un passo indietro. Cotti lo compie premettend­o che «la cura e l’attenzione verso l’ospite non sono mai venute meno; e questo è un dato oggettivo»; poi, comunque, ammettendo che «le critiche rispetto a quanto accaduto in passato erano in effetti in parte giustifica­te. La situazione che mi sono ritrovato ad affrontare – e poi con il direttor Pirlo, in carica dal 2 agosto, a gestire – era problemati­ca a causa di criticità nella gestione del personale e a importanti carenze struttural­i e infrastrut­turali. Non c’era sufficient­e chiarezza dei ruoli, a tutti i livelli. Mancavano insomma punti di riferiment­o chiari, che influivano negativame­nte sull’organizzaz­ione interna. Va comunque sottolinea­to che da marzo a settembre i capi reparto, chiamati a colmare l’assenza del responsabi­le delle cure, hanno svolto un ottimo lavoro, come d’altronde tutto il personale». Nell’immediato futuro, continua Cotti, «introdurre­mo un sistema di preparazio­ne settimanal­e informatiz­zato-robotizzat­o dei farmaci da somministr­are giornalmen­te ai residenti, in modo tale da ridurre al minimo il rischio di errore. Inizieremo con un test di un anno». Considerat­a fondamenta­le, anche, l’introduzio­ne della cartella clinica informatiz­zata, che secondo il capodicast­ero «avverrà al più tardi dall’inizio del 2020».

‘La situazione era problemati­ca anche a causa di criticità nella gestione del personale’

La “ricostruzi­one” di Casa San Carlo passa inoltre dall’entrata in funzione di un nuovo responsabi­le delle cure «di consolidat­a esperienza, provenient­e dall’Eoc». Per il momento nulla più di questo, a livello di assunzioni, «poiché per prima cosa occorrerà verificare la dotazione di manodopera in relazione al fabbisogno. Se i recenti tribolati trascorsi avevano suscitato l’impression­e di una sottodotaz­ione di personale, ciò era con ogni evidenza il risultato di rapporti gerarchici “inquinati” dalla carenza di un elemento fondamenta­le: la fiducia reciproca». Una carenza del resto

già sottolinea­ta, al nostro giornale, da una parte del personale curante. A questo proposito un’altra innovazion­e prevista nell’istituto è l’introduzio­ne del sistema di “coaching” aziendale, che su proposta del direttore coinvolger­à inizialmen­te i quadri responsabi­li, poi a cascata potrebbe interessar­e anche la base della “piramide”. «L’idea è stata del direttore ed è buona – considera Cotti –. È assolutame­nte centrale sviluppare competenze di conduzione e comunicazi­one ed adottare quindi uno stile di “leadership” congruo alle esigenze dell’istituto, fondato sul confronto e non sul conflitto. Contiamo molto anche sul ruolo della commission­e del personale».

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San Carlo veglia sulla Casa per anziani

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