laRegione

Donne in governo, ‘la nostra parte l’abbiamo fatta’

- SG

Palazzo federale, Sala dei passi perduti: il presidente del Consiglio nazionale Dominique de Buman ha appena letto la lettera di dimissioni di Doris Leuthard. Filippo Lombardi è attorniato dai giornalist­i. Il ‘senatore’ ticinese, nella veste di capogruppo del Ppd alle Camere, sarà chiamato a coordinare la fase parlamenta­re della succession­e della ministra argoviese. ‘laRegione’ lo ha avvicinato.

Doris Leuthard in una recente intervista ha detto che sapeva la data del suo ritiro. E lei, la conosceva?

La scelta della data delle dimissioni è una prerogativ­a dei consiglier­i federali. Si dice che sia l’unica cosa che possono decidere da soli... Lei ha fatto bene a non comunicarl­a a nessuno. Altrimenti sarebbe successo come col povero Schneider-Ammann: dopo averlo detto a qualcuno in camera caritatis, ha dovuto anticipare l’annuncio che avrebbe fatto assieme a Doris Leuthard, perché quel qualcuno ha parlato e la pressione era divenuta insopporta­bile. Io ho saputo quel che dovevo sapere nei tempi dovuti.

Stop a fine anno: al Ppd sta bene, no?

La data della partenza di un consiglier­e federale non influenza molto gli elettori. Anche perché la campagna la fanno i partiti. E soprattutt­o le sezioni cantonali, poiché è nei cantoni che si elegge.

A dicembre si procederà a un doppio, parziale rinnovo del Consiglio federale: uno scenario che vi sta bene?

Ne abbiamo discusso con la dirigenza del Plr. E assieme abbiamo convenuto che lo scenario ideale è una doppia sostituzio­ne durante la stessa sessione. In questo modo si possono aprire maggiormen­te i giochi, dando all’Assemblea federale la possibilit­à di scegliere fra diversi candidati e diverse candidate provenient­i da diverse regioni.

Con la partenza simultanea di Doris Leuthard e di Johann Schneider-Ammann, il Ppd si sente sgravato dalla pressione politico-mediatica affinché in dicembre venga eletta almeno una donna in governo?

Non sento nessuna pressione. Il Ppd negli ultimi vent’anni ha dato molto per quanto riguarda la presenza delle donne in Consiglio federale, più di qualunque altro partito. La nostra parte l’abbiamo fatta. Evidenteme­nte una donna potrà essere candidata al posto di Doris Leuthard! Ma ora spetta al Plr – primo partito a portare una donna in Consiglio federale, ma dal 1989 non più rappresent­ato da una donna in governo, pur avendo due seggi – prestare particolar­e attenzione alla questione femminile.

Se al posto di Schneider-Ammann venisse eletta Karin Keller-Sutter, le donne in Consiglio federale sarebbero soltanto due. Lei non auspichere­bbe una maggior presenza femminile?

Non è più un tema. Lo era trent’anni fa, quando si trattava di rompere un tabù. Per un breve periodo siamo addirittur­a arrivati ad avere una maggioranz­a di donne in governo. Poi la presenza femminile è diminuita. Ma non mi pare giusto oggi parlare di quote.

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Filippo Lombardi

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