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Le Comunità israelite: ‘Escludere ideologie razziste dalla polizia ticinese’

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Due mesi fa, era il 26 luglio, la richiesta di spiegazion­i sulla promozione dell’agente. Ieri, la delusione. Dall’incontro avuto con Gobbi, e dal comunicato diffuso dal Di, non si può dire che la Federazion­e svizzera delle comunità israelite (Fsci) sia uscita soddisfatt­a, anzi. Perché sì, da una parte ‘‘la disponibil­ità’’ e la ‘‘franca discussion­e’’ avute con Gobbi ‘‘sono state apprezzate’’. Ma ‘‘molte preoccupaz­ioni e riserve restano irrisolte’’. A partire da un punto fermo: ‘‘Le convinzion­i razziste – scrive la Fsci in un comunicato – devono essere un motivo di esclusione dalla polizia’’. Secondo Herbert Winter, infatti, ‘‘nella futura valutazion­e dei candidati alla scuola di polizia o a posizioni di comando dovrebbe essere garantita anche la ponderazio­ne di comportame­nti inadeguati e posizioni ideologich­e non tollerabil­i, pur se non strettamen­te perseguibi­li penalmente’’. Detta altrimenti: secondo la Fsci questa nomina non è meritata né fondata, e in futuro occorrerà prestare più attenzione. ‘‘Prendiamo atto – prosegue la nota diramata ieri – del fatto che non è stato possibile, in questo incontro, raggiunger­e un’opinione condivisa sull’idoneità della persona in questione alla profession­e di agente o sottuffici­ale di polizia, né sulle circostanz­e della promozione’’. Promozione che ‘‘a causa della precedente condanna per esternazio­ni razziste nota e iscritta nel casellario giudiziari­o non avrebbe dovuto aver luogo’’. Va da sé che per la Federazion­e svizzera delle comunità israelite la presenza in polizia di questa persona sia da considerar­e ‘‘un fatto molto preoccupan­te e inquietant­e’’. Questo perché le condizioni fondamenta­li per bene esercitare la propria funzione di agente di polizia sono ‘‘una mentalità e un atteggiame­nto irreprensi­bili e liberi da pregiudizi nei confronti di tutte le persone’’. Dei passi avanti, comunque, sono stati fatti: ‘‘Il consiglier­e di Stato Gobbi (vedi sopra) ha ribadito che Polizia cantonale e governo si oppongono inequivoca­bilmente alla discrimina­zione razziale e alle ideologie radicali, e che comportame­nti del genere non sono tollerati all’interno della polizia. Condividia­mo appieno, come anche la disponibil­ità delle autorità di trarre le conseguenz­e di questo caso per il futuro’’.

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TI-PRESS ‘Molte preoccupaz­ioni irrisolte’

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