Netanyahu all’Onu: l’Iran ha nascosto l’atomica
New York – L’Iran dispone di un sito nucleare segreto, scoperto dall’intelligence israeliana, mettendo in scena il solito show dei cartelli. Un magazzino in cui si troverebbero oltre 300 tonnellate di materiale radioattivo ed attrezzature legate all’attività nucleare, stipate in 15 container. Dopo lo show dell’anno scorso (il disegno della bomba di Wile E. Coyote, per certificare l’avanzamento del programma di riarmo atomico degli ayatollah) Benjamin Netanyahu è tornato all’assemblea generale delle Nazioni Unite per esibire i cartelli che proverebbero le nuove accuse. A sostegno della decisione di Donald Trump di abbandonare l’accordo internazionale sul nucleare iraniano, e come escamotage per distrarre dagli abusi della politica israeliana nei confronti dei palestinesi. Al Palazzo di Vetro è apparso più che mai chiaro che la questione di Gerusalemme capitale, su cui Donald Trump è entrato a gamba tesa nei mesi scorsi, rischia di vanificare la ripresa di un qualunque tipo di dialogo. “Gerusalemme non è in vendita”, ha affermato il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, debole come più non si potrebbe. Proprio due giorni fa alle Nazioni Unite Trump ha annunciato la presentazione nel giro di tre, al massimo quattro mesi di un piano per la pace in Medio Oriente, alludendo persino alla “soluzione dei due Stati”. Ma Abu Mazen, pur dicendosi aperto alla ripresa dei colloqui, ha sottolineato ancora una volta che su Gerusalemme i palestinesi non transigono: “Sia chiaro, la nostra capitale è Gerusalemme, non Gerusalemme Est”. Poi l’ennesimo appello all’Onu: “Non bastano gli aiuti umanitari, serve una soluzione politica. E non bastano le risoluzioni, serve chi le fa rispettare”. Non che Netanyahu si faccia impressionare. Intervenendo poco dopo Abu Mazen, il premier israeliano ha accusato a sua volta i vertici palestinesi di essere animati “dal vecchio antisionismo mascherato con una nuova faccia”. E “garantito” dalla bomba di Teheran.