Ci sono troppe abitazioni
Lo sfitto cresce a livello nazionale, ma in particolare a Sud delle Alpi
Anche il trimestrale monitor immobiliare del Credit Suisse registra un’offerta superiore al mercato. In aumento la domanda di stabili logistici.
Il numero degli alloggi vuoti in Svizzera ha raggiunto un nuovo record, con 72’294 appartamenti inoccupati al 1° giugno 2018, pari a una quota dell’1,62%. L’aumento di 8’020 locali liberi nel giro di un anno rappresenta la progressione più forte degli ultimi vent’anni, afferma Credit Suisse nel suo monitor trimestrale del settore immobiliare. Negli ultimi nove anni il numero degli alloggi vuoti è raddoppiato, soprattutto a causa della costruzione eccessiva di immobili da parte di investitori desiderosi di ottenere rendimenti attrattivi in tempi di tassi negativi. Sebbene le crescenti superfici inoccupate mettano sotto pressione i proventi locativi, non riescono ad adombrare realmente le vantaggiose prospettive di rendimento, rileva la grande banca. L’82,6% delle unità immobiliari vacanti è costituito da appartamenti in affitto, la cui quota di disponibilità è aumentata in misura significativa, passando dal 2,24 al 2,51% nell’arco di un anno. La causa va ricercata nella persistente eccedenza di produzione: nonostante il calo dell’immigrazione si costruiscono più appartamenti da affittare.
Anche il numero di superfici vuote tra le abitazioni di proprietà è in aumento, pur se a un livello nettamente più modesto: è rimasto pressoché invariato il tasso di case unifamiliari invendute (dallo 0,41 allo 0,43%), mentre per gli appartamenti in condominio si registra un incremento un po’ più forte (dallo 0,81 allo 0,94%), pari a mille abitazioni disponibili in più. Questa cifra lascia sorpresi, poiché, a differenza della vivace attività edilizia nel segmento degli alloggi in affitto, si costruiscono meno abitazioni di proprietà. Credit Suisse ricorda che sono in calo sia le licenze edilizie sia le domande di costruzione. La domanda è sostenuta dall’energica ripresa congiunturale e dal calo della disoccupazione, nonché dal basso livello dei tassi d’interesse. In Ticino è stato rilevato un forte incremento delle abitazioni vuote nel Bellinzonese e nel Luganese (entrambi con un tasso di spazi liberi compreso tra l’1,5 e il 2%) così come nel Mendrisiotto (oltre il 3%), mentre in Leventina/Val di Blenio (0,75-1%) la progressione è stata lieve e nel Locarnese (1,5-2%) non è stato constatato un movimento. A livello nazionale il tasso di abitazioni disponibili dovrebbe continuare ad aumentare il prossimo anno, sebbene a un ritmo meno sostenuto, vista la rinvigorita crescita economica, la stabilizzazione dell’immigrazione e dell’andamento delle licenze edilizie. “Un’inversione di tendenza (...) non è in vista. Il portafoglio dei progetti di costruzione è sempre pieno fino all’orlo e il clima economico continua a sostenere la domanda di investimenti immobiliari”, affermano gli esperti della grande banca. In aumento, invece, la domanda di immobili logistici di pari passo con quella del commercio online che ha bisogno di spazi sempre più vicini alla clientela. Una nicchia di mercato, quest’ultima, che sta diventando sempre più ricercata dagli investitori immobiliari. I tassi d’interesse negativi, all’origine del boom immobiliare, non dovrebbero scomparire tanto in fretta: Credit Suisse prevede un ritorno alla normalità non prima del 2020, per cui la vivace attività edile si attenuerà solo con il tempo.