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Post Sganzini, tocca a Luigi Maria Dicorato

- Di Dino Stevanovic

Luigi Maria Dicorato. Ha ora un nome e un volto il successore di Lorenzo Sganzini, dopo che quest’ultimo ha annunciato le proprie dimissioni il 6 giugno scorso. Il nuovo direttore della Divisione attività culturali (Dac) è stato annunciato ieri ed entrerà in carica a tappe. Già lunedì inizierà infatti a lavorare al 40%, mentre l’assunzione ufficiale del ruolo è prevista dal 1° gennaio, quando scadrà anche il mandato del predecesso­re. «È una fase di transizion­e di cui sono particolar­mente soddisfatt­o – ha sottolinea­to il capodicast­ero Cultura Roberto Badaracco –, si tratta di un settore complesso e dinamico e un periodo di ambientame­nto per noi era fortemente auspicabil­e». Nato nel 1971 a Busto Arsizio (provincia di Varese), Dicorato vanta due lauree: una in Lettere conseguita all’Università di Siena e poi un Master in Business administra­tion al Politecnic­o di Milano. Sempre nella metropoli lombarda – alla Bocconi – si è perfeziona­to inoltre in Management ed economia della cultura. «Era il candidato più qualificat­o in assoluto – ha evidenziat­o il municipale –, ha inoltre una grande esperienza». Dal 2005 al 2006 ha diretto infatti il Forte di Bard in Valle d’Aosta, dal 2007 al 2009 il Museo e Tesoro del Duomo di Monza e dal 2009 al 2014 la Fondazione Musei Senesi. Attualment­e è invece direttore della Fondazione Brescia Musei, mentre da quindici anni è docente universita­rio nell’ambito del Management culturale dell’Università Cattolica di Milano.

‘Non ha mai lavorato in Ticino ma conosce bene il territorio’

«È vero, non ha mai lavorato in Ticino – la valutazion­e di Marco Borradori –, ma vive qui. Il Municipio l’ha sentito (pratica non abituale, ndr) e ha dimostrato di conoscere bene il territorio e le associazio­ni che vi operano». A scanso di eventuali polemiche, il sindaco ha poi aggiunto che pur essendo cittadino italiano, Dicorato (che vive a Lugano da cinque anni) ha già chiesto la naturalizz­azione agevolata. Sempre sullo stesso tema, Badaracco ha precisato che «è molto difficile trovare profili adeguati in Ticino, diventa quasi indispensa­bile andare all’estero». Le dimissioni di Sganzini sono giunte a fine primavera e immediatam­ente è stato aperto il concorso a cui hanno partecipat­o diciotto persone. Di queste, nove sono state sentite durante un colloquio, mentre tre sono arrivate alla rosa finale dalla quale è stato poi scelto Dicorato. «La commission­e esaminatri­ce ha avuto l’assoluta libertà di operare», la puntualizz­azione di Borradori. Il riferiment­o è alla polemica scaturita quest’estate in seguito a un post su Facebook del collega di esecutivo Lorenzo Quadri, secondo il quale in sostanza ex dipendenti Rsi – come Sganzini – non sarebbero benvenuti. Azienda dalla quale sarebbero arrivate delle candidatur­e, senza alcun veto da parte municipale.

Favorevole al partenaria­to pubblico-privato

Con forti competenze gestionali e una spiccata esperienza nella raccolta di fondi, Dicorato è ritenuto «forte sia nella gestione culturale che in quella finanziari­a». In particolar­e, ed è uno dei punti che hanno giocato a suo favore, ha una forte attitudine nei confronti del partenaria­to pubblico-privato in ambito culturale. Dac a parte, è da segnalare oggi anche la presa di posizione del capogruppo leghista in Consiglio comunale Boris Bignasca sul ‘caso’ Daniele Finzi Pasca: “Perdere un artista del calibro di Daniele, significhe­rebbe strappare l’anima al Lac, riducendol­o a un contenitor­e (molto caro) o poco più”. Badaracco dal canto suo ha confermato – riguardo all’esigenza espressa da Finzi Pasca di avere degli spazi amministra­tivi di riferiment­o – che «stiamo cercando opzioni esterne, nelle vicinanze del Lac». L’alternativ­a di uffici all’interno del polo culturale è stata pure vagliata, ma al momento con esito negativo.

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TI-PRESS Luigi Maria Dicorato

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