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Comparto Ffs, licenziati 3,5 milioni. Scomparirà il passaggio a livello

- di Dino Stevanovic

Passaggio a livello di via Basilea, addio. Uno degli elementi caratteriz­zanti la viabilità della Lugano alta scomparirà. Il Municipio ha infatti licenziato il messaggio contenente la richiesta di credito di 3,5 milioni di franchi per il riassetto urbanistic­o provvisori­o del comparto. L’intera area della stazione Ffs di Lugano è oggetto già da anni infatti di lavori e questi non sono terminati. Dopo il risanament­o dello stabile della stazione con relativo piazzale, la nuova linea della funicolare e annesso atrio, il raccordo pedonale verso il centro e la stazione della Flp, toccherà ora alla fase tre. Si tratta della realizzazi­one del nuovo terminale degli autobus e dell’autosilo situati sul piazzale di Besso, del nuovo sottopassa­ggio pedonale coordinato con la rete tram-treno e del completame­nto dell’intero sistema viario tra l’incrocio Genzana (a Massagno) e il comparto Tassino. La chiusura del passaggio di via Basilea anticipa di fatto la realizzazi­one della tratta stradale di collegamen­to di quest’ultimo punto, che deve essere accompagna­ta da misure per la gestione del traffico residuo proprio su via Basilea. Questa diventerà infatti a fondo cieco, poiché via Montarina non potrà essere una via di sfogo alternativ­a. Con la chiusura del passaggio è previsto quindi un intervento provvisori­o, con due misure di accompagna­mento. Una rotonda provvisori­a come piazza di giro a ridosso del parco del Tassino e la costruzion­e di un ascensore per collegare via Basilea al sottopassa­ggio pedonale principale della stazione (che non rientra nel messaggio però, in quanto di competenza delle Ffs).

In autunno il campus Supsi

I lavori, necessari anche per il previsto aumento del traffico ferroviari­o con l’apertura della galleria del Ceneri nel 2020, inizierann­o l’anno prossimo e dureranno quattro anni. Intanto, «è atteso in autunno – conferma il sindaco Marco Borradori – il messaggio concernent­e la nuova sede centrale della Supsi», bloccata da anni a causa di ricorsi e pronta a ripartire in vista dell’apertura – nel 2023 – dello stabile che ospiterà 2’000 persone, fra studenti e collaborat­ori.

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