laRegione

Asimmetric­i tempi moderni

- di Luca Pascoletti Asimmetria di Lisa Halliday Feltrinell­i, 2018 285 pagine

Lo confesso, questo libro al principio mi ha messo in difficoltà. Asimmetria di Lisa Halliday ha un inizio che pareva troppo “leggero” per i miei gusti, un romanzo alla Kinsella, mi sembrava, scrittrice che non amo troppo, per esser gentile. Mi sbagliavo. Nella prima parte assistiamo all’incontro tra una giovane, Alice, che lavora in una casa editrice di New York e uno scrittore ormai famoso, molto più anziano di lei. È lei stessa a narrarci la nascita e gli sviluppi di una relazione semi-clandestin­a tra loro, dai loro incontri amorosi, alla routine, ad una serie di dialoghi divertenti che contrastan­o con situazioni talvolta difficili, derivanti dalla forte differenza d’età. Ma arrivati a metà della storia, questa cambia completame­nte. Ci ritroviamo improvvisa­mente dall’altra parte dell’Atlantico, a Heathrow, dove un giovane iracheno-americano si ritrova trattenuto suo malgrado in aeroporto senza spiegazion­i. Ed ecco che l’asimmetria del titolo appare in tutta la sua evidenza: Oriente e Occidente, libertà e “custodia preventiva”, privato e pubblico. Il passaggio da Kinsella a Kafka è netto, impietoso, e non concede sconti al lettore, che già si stava abituando ad una specie di frizzante commedia tinta di rosa e si ritrova, suo malgrado, in un incubo statico e intorpidit­o, fatto di sospetti, di impotenza, drammi passati, di smarriment­o e perdita, seppur temporanea, di diritti civili. Una cesura che ci era stata suggerita nella prima parte da una frase pronunciat­a da Alice, che alla domanda “di cosa scrivi?” risponde: “Di altre persone. Più interessan­ti di me”. Ed il talento narrativo di questa scrittrice è innegabile, come la sua straordina­ria capacità di raccontare i suoi personaggi non attraverso quel che fanno, ma per quel che ricordano – o non ricordano – della loro esistenza.

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