Resta il grande gelo tra Erdogan e Merkel Macedonia al voto per sé
Berlino – Se doveva essere una visita per favorire la distensione tra Turchia e Germania, qualcosa è andato storto. L’assenza di Can Dudar dalla sala in cui si è tenuta la conferenza stampa di Angela Merkel e Recep Tayyip Erdogan ne è stata la conferma più chiara. La cancelliera non ha “potuto” tacere “profonde differenze” con il presidente turco ospite. Erdogan aveva minacciato di disdire la conferenza stampa, se vi avesse preso parte anche l’ex direttore di ‘Cumhuriyet’, accusato di terrorismo in Turchia e in esilio in Germania dal 2016. I diplomatici hanno lavorato per superare l’ostacolo, fino a quando Dundar stesso ha rinunciato all’incontro. Nelle stesse ore si è saputo che la Turchia ha chiesto la sua estradizione alla Germania, dove vivrebbero altre 69 persone, accusate a loro volta di terrorismo, di cui Erdogan ha chiesto la consegna. Lo scontro è certamente un ostacolo ai tentativi di riavvicinamento fra Berlino e Ankara, ma né l’una né l’altra possono permettersi di rinunciarvi. Merkel stessa ha sottolineato la “necessità del dialogo per risolvere le divergenze, senza non si possono trovare posizioni comuni”. La cancelliera ha anche annunciato la missione in ottobre del suo ministro dell’Economia in Turchia, ribadendo che “la Germania non ha interesse a una destabilizzazione economica” sul Bosforo. “Trovo molto importante collaborare con la Germania in ambito economico in una situazione win-win”, ha ammesso Erdogan, venuto a Berlino per chiedere aiuto nella crisi finanziaria turca. Gli toccherà fare il bravo... Skopje – La Macedonia voterà domani per accogliere o respingere l’accordo con la Grecia sul proprio nuovo nome, Macedonia del Nord. Il sì referendario all’intesa – siglata lo scorso giugno, al termine di una disputa di 27 anni con Atene – è necessario al processo di integrazione della Macedonia nell’Unione europea. Ue, Nato e Stati Uniti sono schierati a favore dell’accordo, e nelle ultime settimane vari loro rappresentanti si sono recati a Skopje in appoggio al governo del premier socialdemocratico Zoran Zaev, grande sostenitore dell’accordo. Del tutto contraria l’opposizione conservatrice guidata da Hristijan Mickoski, leader del partito Vmro-Dpmne (già per undici anni al governo) che, pur favorevole all’adesione all’Ue e alla Nato, osteggia l’accordo con la Grecia considerato dannoso per gli interessi nazionali. Mickoski ha tuttavia lasciato libertà ai sostenitori, invitandoli a votare secondo coscienza. Molto più ferma l’opposizione del presidente macedone, il conservatore Gjorgje Ivanov, che anche all’Assemblea generale dell’Onu ha lanciato un appello al boicottaggio del voto.