All’inizio è sempre un cantiere
A Mendrisio è stata posata la ‘prima pietra’ della nuova ala dell’Ospedale Beata Vergine
L’entrata in servizio del nuovo edificio è prevista nel 2021. Selmoni (direttore Obv): ‘Una risposta alla crescita delle attività ambulatoriali’.
Rafforzare l’identità dell’ospedale di prossimità. Questo l’obiettivo dichiarato ieri a più riprese dai vari relatori, durante la cerimonia in cui è stato ufficialmente inaugurato il cantiere per la costruzione della nuova ala dell’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio (Obv). Sia Graziano Selmoni, direttore dell’Obv, sia il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli hanno sottolineato come questo ampliamento, opera che dovrebbe essere pronta fra tre anni secondo il programma presentato dall’architetto responsabile del progetto Michele Gaggini, sia una risposta dovuta alle esigenze imposte dal progressivo invecchiamento della popolazione. «Nel Mendrisiotto non ci sono cliniche private – ha indicato Beltraminelli – ed è il distretto con il maggior numero di abitanti ultraottantenni del cantone». La nuova ala in costruzione si presenterà come un corpo costituito da due piani interrati e quattro in superficie. Il progetto si estende verso l’esterno su via Turconi. Metà del piano seminterrato ospiterà il servizio di cardiologia. È prevista inoltre una moderna e confortevole area di ristoro, anche all’esterno, con tavolini e zone alberate. Il primo piano sarà interamente dedicato all’attività ambulatoriale, caratterizzata dalla presenza di numerose specialità mediche. Il secondo piano verrà suddiviso fra la stazione di dialisi e le cure ambulatoriali oncologiche. L’ultimo piano invece sarà quello che ospiterà le cure stazionarie: si prevedono 30 posti dei cosiddetti letti Rami (letti di reparto a minore intensità), che verranno gestiti con un’impronta geriatrico-riabilitativa, finalizzata al rientro a domicilio dei pazienti anziani a seguito di episodi acuti. A pianterreno e in una parte del seminterrato troveranno spazio delle sinergie con i partner sanitari. Sono già stati definiti rapporti di collaborazione con l’Associazione assistenza e cura a domicilio del Mendrisiotto e basso Ceresio, Lega polmonare, Lega contro il Cancro, Hospice e Cure palliative.
Politicamente corretto
Beltraminelli ha trovato opportuno complimentarsi con i granconsiglieri del Mendrisiotto, alcuni dei quali presenti in auditorio, per aver saputo «portare avanti con determinazione e in maniera coesa un messaggio che tiene conto dei reali bisogni della cittadinanza». Il sindaco di Mendrisio, Samuele Cavadini, ha ribadito dal canto suo quanto sia concreta l’esigenza di aumentare l’offerta di cure di prossimità, non soltanto per il noto invecchiamento della popolazione, ma per riuscire a rispondere in modo soddisfacente alla costante crescita demografica
(dei residenti ma anche di chi a Mendrisio ci lavora). Cavadini si è occupato poi d’introdurre un accenno storico: la volontà testamentale del conte Alfonso Turconi, risalente al 1803, a cui ha fatto riferimento in seguito pure Paolo Sanvido, direttore dell’Ente ospedaliere cantonale (Eoc). Turconi fu in effetti il primo
ad auspicare la realizzazione di un ospizio di cure a favore dei cittadini bisognosi del Mendrisiotto, piu di duecento anni fa, e lasciò in eredità il suo patrimonio per la realizzazione di un tale progetto. Questo “seme” è stato ripreso ieri in maniera simbolica durante la cerimonia: una copia del testamento del conte Turconi è stata depositata all’interno di un bussolotto, che poi è stato posato nelle fondamenta del cantiere quale prima pietra. Per Sanvido questa nuova ala dell’Obv è una conferma «del rispetto della politica verso le volontà espresse da tutti coloro che hanno fatto e che fanno donazioni a favore di cause pubbliche».