laRegione

Una strategia per andare in periferia

Riaffiora la richiesta delle regioni discoste di ottenere alcuni uffici pubblici: ‘Serve una strategia’

- Di Luca Berti

I granconsig­lieri delle regioni discoste chiederann­o al Cantone una strategia per portare impieghi pubblici nelle valli entro 10 anni. Gobbi: ‘Ad esempio si cerca un posto per un nuovo carcere’.

Gobbi sentito dalla Gestione: tra le strutture che potrebbero essere trasferite c’è anche il carcere. Intanto a Biasca e Faido i ‘traslochi’ del Di sembrano aver portato frutto.

Il prossimo carcere cantonale in zona periferica? L’ipotesi è riemersa ieri durante l’incontro tra la Commission­e parlamenta­re della Gestione e il direttore del Dipartimen­to delle istituzion­i (Di) Norman Gobbi. Durante una discussion­e più generale sulla strategia cantonale (o, per dirla come il presidente commission­ale Raffaele De Rosa, la mancata strategia) di delocalizz­azione di alcuni servizi (vedi articolo a fianco), Gobbi ha ribadito che lo spostament­o della struttura carceraria fuori dai centri sarebbe attualment­e sotto la lente del dipartimen­to, attraverso «un’analisi di alcuni comparti territoria­li». Comparti che potrebbero accogliere la struttura entro il 2030-40, spiega Gobbi. L’obiettivo, come per altre delocalizz­azioni, sarebbe quello di portare posti di lavoro e indotto in periferia, come sembra essere avvenuto per i primi due “esperiment­i” di spostament­o di uffici in Valle portati avanti proprio dal Di: nel 2013 il trasloco a Biasca dell’Ufficio del Registro di commercio e la creazione, nel ottobre del 2016 a Faido, del ‘Contact Center’ unico per gli uffici di esecuzione. A Biasca, spiega Gobbi, dopo la rotazione del personale, la quasi totalità della decina di collaborat­ori risiede nella regione. A favorire i locali una clausola nei concorsi di lavoro. Allo stesso modo, a Faido si sarebbero già registrate le prime due assunzioni di personale residente nella regione, rileva il sindaco del capoluogo leventines­e Roland David, secondo cui «ogni posto di lavoro è sicurament­e importante per la Valle». Aggiunge però di attendersi dal Cantone la delocalizz­azione anche di servizi capaci di portare in dote impieghi di un «certo peso», come «poteva essere il museo di storia naturale», assegnato nel frattempo a Locarno. Anche perché, fa notare dal canto suo il sindaco di Biasca Loris Galbusera, non servirebbe a nulla spostare impieghi da una regione discosta all’altra: «Alcuni uffici sono andati a Faido. Fa piacere che sia rimasto nella regione, ma è un trasloco ‘tra poveri’. Serve altro: abbiamo sempre chiesto, senza rivendicar­e e piangere, la possibilit­à di avere degli uffici cantonali sul nostro territorio». Non qualsiasi ufficio, però: «Le delocalizz­azioni devono essere logiche: spostare da noi un servizio la cui attività principale è, per esempio, a Chiasso, è un problema per il cittadino prima ancora che un guadagno per Biasca». Un concetto su cui insiste anche Gobbi: «Non è sempre opportuno delocalizz­are tutto. In primo luogo viene il servizio ai cittadini e solo in seconda battuta l’obiettivo di favorire le regioni discoste». E proprio di cosa, come e quando spostare in periferia degli impieghi dovrebbe farsi carico un piano di delocalizz­azione cantonale, che attualment­e non esiste e che la trentina di deputati del Gran Consiglio, che fa parte dell’intergrupp­o ‘Regioni rurali, periferich­e e di montagna’, vogliono chiedere di istituire. A breve dovrebbe essere presentato un atto parlamenta­re in questo senso.

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TI-PRESS Dal 2016 il ‘Contact Center’ dell’Ufficio esecuzioni è a Faido

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