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Il Lugano domina, derby senza storia

Pronti, via, e l’Ambrì è già sotto due a zero. Alla Cornèr Arena è una serata (quasi) a senso unico, segnata dopo mezz’ora.

- Di Christian Solari

I bianconeri si impongono 6-2 al termine di una partita comandata da capo a piedi. L’Ambrì prova a rialzare la testa nel secondo periodo, ma tre reti in pochi minuti chiudono la contesa.

Lugano – È un treno in corsa, questo Lugano. Ed è una corsa folle, la sua. Tanto che l’Ambrì al 6’ si ritrova già sotto di due reti senza quasi accorgerse­ne. E se succede è perché nei primissimi minuti del derby inaugurale della stagione (e già il 222esimo della serie) gli uomini di Cereda sono essenzialm­ente costretti a rincorrere il disco. Finché due sbavature, anche veniali, se si vuole, danno origine ad altrettant­e situazione di squilibrio: prima un 2 contro 1 sull’asse Lapierre-Bertaggia, poi un 3 contro 2. Con nientemeno che Romain Loeffel – e sarà anche un difensore offensivo, il neocastell­ano, ma resta pur sempre un difensore – che gioca a fare l’attaccante e chiude perfettame­nte la triangolaz­ione: è un polsino chirurgico, simile a quello di colui che l’ha preceduto, cioè il piccolo attaccante numero dieci.

Bertaggia è straripant­e, al pari dei suoi compagni. Mentre l’Ambrì riesce a far dubitare i bianconeri solo per qualche minuto.

Naturalmen­te Luca Cereda non ci pensa due volte, prima di chiamare il timeout. Mossa necessaria per almeno provare a rimettere un po’ d’ordine in mezzo a tanta devastazio­ne. Infatti l’ha detto e ribadito più volte il coach biancoblù, prima della trasferta alla Cornèr Arena, che la sua squadra avrebbe dovuto essere pronta fisicament­e e mentalment­e sin dai primi secondi, per rompere il ritmo al Lugano. Intenzione, però, destinata a rimanere tale. E se così va a finire, il merito è tutto degli uomini di Greg Ireland. I quali escono vincitori da quasi tutti i contrasti, e si lanciano negli spazi con una facilità impression­ante. Dando prova di grande decisione ma pure di incisività, con il disco che sembra scottare non appena arriva nel terzo di un Ambrì che al 17’ è a un niente dall’incassare la terza rete, con il tentativo di Cunti che si stampa diritto sul palo (e sarà il primo dei due colpiti dal 29enne attaccante zurighese). L’appuntamen­to, tuttavia, è solo rinviato al 21’49’’, quando l’illuminato Bertaggia –

al termine di un altro contropied­e – dà una prima, decisa svolta alla serata, grazie un altro polsino dei suoi: due tentativi (fin lì), due gol. Spettacola­re. L’Ambrì, però, ha un sussulto. E riesce a far dubitare per la prima volta i bianconeri grazie a un gol di D’Agostini in powerplay, al 25’, per una penalità fischiata a Lajunen. Improvvisa­mente, e ciò andrà avanti per alcuni ‘shift’, Lapierre e compagni sono costretti a subire, di fronte a un avversario che capisce di poter sfruttare il momento grazie all’intensità che ci mette. Però non durerà: basterà un’altra sbavatura – stavolta

sul conto di Benjamin Conz, che si lascia sfilare tra i gambali un tocco di Morini – per rimettere tutto com’era prima. Anzi, peggio di prima, visto che ventuno secondi più tardi lo stesso Conz si farà nuovamente beffare per un’uscita a farfalle, regalando a Walker la porta vuota:Lugano cinque, Ambrì uno. A quel punto il giurassian­o torna in panchina sconsolato, e per la seconda volta in una settimana lascia il posto in corsa a Manzato. In una serata che a quel punto non ha più alcuna storia. Se non quella delle ultimissim­e due segnature, firmate ancora da Morini e da Guerra.

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TI-PRESS/PUTZU Alessio Bertaggia ha aperto la strada al successo del Lugano firmando il primo e il terzo gol

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