Moschea An’Nur, chiesti fino a tre anni
Per tutti gli imputati la pubblica accusa pretende 10 anni di espulsione
Condanne fino a tre anni di detenzione in parte sospese. È la richiesta di pena della pubblica accusa per i dieci imputati a processo a Winterthur (Zh) accusati di aver minacciato e picchiato nel novembre 2016 due frequentatori della moschea An’Nur, chiusa un anno fa. Per tutti gli imputati è stata inoltre richiesta l’espulsione dalla Svizzera per un periodo di 10 anni. Tutti gli accusati hanno chiesto di poter rimanere in Svizzera, che considerano la loro patria. Questi ultimi – che lunedì hanno respinto ogni addebito – non sono affatto credibili, secondo la procuratrice. Quanto accaduto all’interno della moschea è stato a suo avviso una «vendetta» nei confronti di due persone considerate «spie». Come prova delle dichiarazioni fatte dalle vittime, la procuratrice ha citato dei certificati medici che attestano per entrambi «uno stato acuto di stress posttraumatico». Uno dei due aveva inoltre allarmato la polizia con un Sms, nel quale chiedeva aiuto. Gli imputati sono otto giovani frequentatori della moschea, un 54enne libico che fungeva da imam e il presidente dell’associazione che gestiva il luogo di culto. Per la maggior parte di loro la pubblica accusa ha richiesto condanne a dodici mesi che potranno scontare in condizioni di semilibertà. Più severe le pene per i principali aggressori. I fatti risalgono al 22 novembre del 2016, quando due frequentatori della moschea – nota come luogo di radicalizzazione islamica jihadista – sarebbero stati picchiati e minacciati da un gruppo di uomini. Uno dei due sarebbe stato obbligato ad ingoiare una banconota da 10 franchi «per aver venduto la sua religione in cambio di denaro». L’altro avrebbe riportato una commozione cerebrale. Gli aggressori erano convinti che i due avessero trasmesso informazioni a un giornalista su un controverso sermone tenuto un mese prima da un 25enne imam etiope, nel quale incitava alla violenza contro musulmani non osservanti. Il predicatore è poi stato condannato a 10 anni di espulsione dalla Svizzera. Il processo si è aperto lunedì con le deposizioni degli imputati, che hanno parlato di un complotto di media e giustizia per mettere in cattiva luce i musulmani salafiti. La sentenza è prevista il 23 ottobre.