laRegione

Centro d’asilo, e la fase uno va

La domanda di costruzion­e non fa discutere. Ad aver lasciato il segno è la serata informativ­a Il Municipio di Chiasso ‘deplora’ l’intervento dei ‘disturbato­ri’. Il sindaco di Novazzano: ‘Incontro rovinato e scopo non raggiunto’.

- Di Daniela Carugati

È trascorsa ormai una settimana, ma la serata informativ­a sul Centro federale d’asilo al Palapenz lascia ancora il segno. Più del tema – delicato – su cui si puntavano i riflettori, sono state le tensioni in sala – al limite della bagarre (cfr. ‘laRegione’ del 26 e 27 settembre – a far discutere. Tanto da trasformar­e, almeno a Chiasso, quanto accaduto in un tema da seduta municipale. Cosa è uscito dal Palazzo? Se ne saprà di più quest’oggi: dall’esecutivo si preannunci­a un comunicato stampa. Lo spirito? «Deploriamo il comportame­nto del gruppo di persone che ha in parte rovinato lo scopo dell’appuntamen­to», ci anticipa il sindaco Bruno Arrigoni. Sergio Bernasconi, sindaco di Novazzano, dal canto suo, ha ancora l’amaro in bocca; e fa a meno delle sfumature. «Quella di una settimana fa? Una serata rovinata – ribadisce –. Per me è stata una grande delusione. L’incontro ha preso una piega che non avrei mai pensato. Con il risultato che l’obiettivo primario dell’iniziativa, ovvero informare e ricevere osservazio­ni e critiche, non è stato raggiunto». A Balerna, invece, il tema ieri sera non era nell’agenda del Municipio, non formalment­e: tutto archiviato? Si vedrà. Resta un interrogat­ivo sospeso: nella popolazion­e locale qual è il tasso di interesse per l’arrivo del nuovo Centro federale d’asilo a Pasture, lì fra Balerna e Novazzano? Se il termometro è il numero di cittadini che si è lasciato incuriosir­e dalla domanda di costruzion­e che dà le misure della struttura provvisori­a ricavata nello stabile delle Ffs, ebbene è assai basso. In Cancelleri­a a Novazzano, ci conferma lo stesso sindaco Bernasconi, si è presentata una sola persona. Viene da chiedersi, annota, se la tematica sia più presente sul tavolo degli esecutivi (quelli toccati) che sulle tavole della cittadinan­za. Oppure è possibile che le garanzie date siano state sufficient­i a dissipare dubbi e domande, precisa. In effetti, di sollecitaz­ioni sulla sicurezza (interna ed esterna) legata al Centro non ne sono state lanciate, non l’altro martedì al Palapenz. Semmai la presenza (inaspettat­a) del Collettivo R-esistiamo – con il suo strascico di tensioni e il conseguent­e intervento della Polizia – ha spostato l’attenzione sul nodo dei diritti umani e sulle condizioni di vita dei richiedent­i l’asilo. Che era l’intendimen­to dei ‘disturbato­ri’.

Un dossier passato inosservat­o

Sta di fatto che giovedì scadrà il periodo di pubblicazi­one e il progetto non solo sembra destinato a non sollevare delle opposizion­i, ma non ha neppure visto fare la fila per consultare il dossier. Almeno su questo versante la strada per la Segreteria di Stato della migrazione (Sem) appare in discesa. Anche l’autorità comunale non si avvarrà della possibilit­à di inviare a Berna osservazio­ni o suggerimen­ti: non in questa fase. Dal profilo tecnico-edile, del resto, ci fa capire ancora il sindaco, c’è poco da aggiungere. La domanda di costruzion­e rientra nei parametri e nelle norme previsti. C’è da credere, insomma, che il traguardo di aprire le porte della soluzione transitori­a entro il terzo trimestre dell’anno prossimo potrà essere rispettato. A Pasture troveranno posto 220 letti, che si aggiungera­nno ai 134 dell’attuale Centro di via Motta a Chiasso. Una fase temporanea che sarà tale fino al 2023, in attesa della realizzazi­one della struttura definitiva da 350 posti. Ovvero la dotazione base di un Centro con funzione procedural­e, quale quello immaginato a Pasture. Non a caso a livello nazionale le sei regioni che ospiterann­o una struttura simile avranno in dotazione, globalment­e, 5mila alloggi. È vero, il numero di domande d’asilo è in diminuzion­e, la situazione, però, hanno fatto presente Barbara Büschi e Micaela Crippa della Sem, è «volatile». Le previsioni, infatti, per il 2019 annunciano risorse per 20mila richieste. Quanto ai nuovi Centri federali saranno in grado di far fronte a 24mila domande l’anno. La direttrice supplente della Sem Büschi ha assicurato che si è pronti a reagire all’andamento dei flussi migratori, un occhio alla tranquilli­tà dei residenti, l’altro alla sicurezza degli stessi richiedent­i l’asilo.

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