Centro d’asilo, e la fase uno va
La domanda di costruzione non fa discutere. Ad aver lasciato il segno è la serata informativa Il Municipio di Chiasso ‘deplora’ l’intervento dei ‘disturbatori’. Il sindaco di Novazzano: ‘Incontro rovinato e scopo non raggiunto’.
È trascorsa ormai una settimana, ma la serata informativa sul Centro federale d’asilo al Palapenz lascia ancora il segno. Più del tema – delicato – su cui si puntavano i riflettori, sono state le tensioni in sala – al limite della bagarre (cfr. ‘laRegione’ del 26 e 27 settembre – a far discutere. Tanto da trasformare, almeno a Chiasso, quanto accaduto in un tema da seduta municipale. Cosa è uscito dal Palazzo? Se ne saprà di più quest’oggi: dall’esecutivo si preannuncia un comunicato stampa. Lo spirito? «Deploriamo il comportamento del gruppo di persone che ha in parte rovinato lo scopo dell’appuntamento», ci anticipa il sindaco Bruno Arrigoni. Sergio Bernasconi, sindaco di Novazzano, dal canto suo, ha ancora l’amaro in bocca; e fa a meno delle sfumature. «Quella di una settimana fa? Una serata rovinata – ribadisce –. Per me è stata una grande delusione. L’incontro ha preso una piega che non avrei mai pensato. Con il risultato che l’obiettivo primario dell’iniziativa, ovvero informare e ricevere osservazioni e critiche, non è stato raggiunto». A Balerna, invece, il tema ieri sera non era nell’agenda del Municipio, non formalmente: tutto archiviato? Si vedrà. Resta un interrogativo sospeso: nella popolazione locale qual è il tasso di interesse per l’arrivo del nuovo Centro federale d’asilo a Pasture, lì fra Balerna e Novazzano? Se il termometro è il numero di cittadini che si è lasciato incuriosire dalla domanda di costruzione che dà le misure della struttura provvisoria ricavata nello stabile delle Ffs, ebbene è assai basso. In Cancelleria a Novazzano, ci conferma lo stesso sindaco Bernasconi, si è presentata una sola persona. Viene da chiedersi, annota, se la tematica sia più presente sul tavolo degli esecutivi (quelli toccati) che sulle tavole della cittadinanza. Oppure è possibile che le garanzie date siano state sufficienti a dissipare dubbi e domande, precisa. In effetti, di sollecitazioni sulla sicurezza (interna ed esterna) legata al Centro non ne sono state lanciate, non l’altro martedì al Palapenz. Semmai la presenza (inaspettata) del Collettivo R-esistiamo – con il suo strascico di tensioni e il conseguente intervento della Polizia – ha spostato l’attenzione sul nodo dei diritti umani e sulle condizioni di vita dei richiedenti l’asilo. Che era l’intendimento dei ‘disturbatori’.
Un dossier passato inosservato
Sta di fatto che giovedì scadrà il periodo di pubblicazione e il progetto non solo sembra destinato a non sollevare delle opposizioni, ma non ha neppure visto fare la fila per consultare il dossier. Almeno su questo versante la strada per la Segreteria di Stato della migrazione (Sem) appare in discesa. Anche l’autorità comunale non si avvarrà della possibilità di inviare a Berna osservazioni o suggerimenti: non in questa fase. Dal profilo tecnico-edile, del resto, ci fa capire ancora il sindaco, c’è poco da aggiungere. La domanda di costruzione rientra nei parametri e nelle norme previsti. C’è da credere, insomma, che il traguardo di aprire le porte della soluzione transitoria entro il terzo trimestre dell’anno prossimo potrà essere rispettato. A Pasture troveranno posto 220 letti, che si aggiungeranno ai 134 dell’attuale Centro di via Motta a Chiasso. Una fase temporanea che sarà tale fino al 2023, in attesa della realizzazione della struttura definitiva da 350 posti. Ovvero la dotazione base di un Centro con funzione procedurale, quale quello immaginato a Pasture. Non a caso a livello nazionale le sei regioni che ospiteranno una struttura simile avranno in dotazione, globalmente, 5mila alloggi. È vero, il numero di domande d’asilo è in diminuzione, la situazione, però, hanno fatto presente Barbara Büschi e Micaela Crippa della Sem, è «volatile». Le previsioni, infatti, per il 2019 annunciano risorse per 20mila richieste. Quanto ai nuovi Centri federali saranno in grado di far fronte a 24mila domande l’anno. La direttrice supplente della Sem Büschi ha assicurato che si è pronti a reagire all’andamento dei flussi migratori, un occhio alla tranquillità dei residenti, l’altro alla sicurezza degli stessi richiedenti l’asilo.