laRegione

Chiasso, città del digitale

Perso il Tecnopolo, il Comune rilancia con il ‘Centro Futuro’ e una dozzina di aziende

- Di Daniela Carugati

A non essere cambiato è l’indirizzo (anche fisico) delle ditte, che nel centro cittadino si ‘inventano’ il lavoro

L’hanno chiamato ‘Centro Futuro’. Quasi a volersi assicurare un avvenire. Fuori il Tecnopolo, al numero 14 di Corso San Gottardo a Chiasso ha installato la propria base quasi una dozzina di aziende tecnologic­he. La cittadina, in effetti, resta convinta di essere l’habitat ideale per coltivare l’economia digitale. E ciò nonostante il trasloco a Manno della Fondazione Agire alla fine dell’anno scorso. Un trasferime­nto che ha segnato il tramonto di una esperienza (in versione chiassese) iniziata sul finire del 2013 e che ha dato un duro colpo alle speranze del Comune. L’autorità locale non si è data, però, per vinta e oggi confida in questa nuova avventura, nata dall’intesa con la proprietà di quello stesso palazzo che aveva fatto da incubatoio alla prima sperimenta­zione. Del resto, alle ‘start up’ di ieri si sono sostituite le ditte di oggi, ricche di idee e forti (riunite) di quasi un centinaio di posti di lavoro. «In fondo la situazione odierna è migliore di quella degli esordi», ha commentato un rinvigorit­o sindaco di Chiasso. Con Bruno Arrigoni, nel pomeriggio inoltrato di ieri, nella sala del Consiglio comunale c’erano tutti i colleghi di Municipio. A testimonia­re che il Comune ci crede, da sempre. Tant’è che ha messo mano al portafogli­o della Città, per dimostrare il proprio sostegno (sulle spese fisse). «Ci siamo venuti un po’ tutti incontro», ha spiegato il sindaco. A Chiasso, ha fatto capire da parte sua Christian Scopinich, dirigente della Real Fin Properties, si incrociano giovani che hanno voglia di fare e un territorio che può dare molto. Ecco che ritrovarsi insieme, di fronte la municipali­tà, può favorire la conoscenza reciproca e l’avvio di altre sinergie. «Al tavolo dell’Associazio­ne promovimen­to economico cittadina – ha ammiccato la vicesindac­o Roberta Pantani – manca giusto un rappresent­ante delle aziende digitali accanto agli esponenti dei vari settori economici che operano a Chiasso». Come dire che per cominciare queste ditte potrebbero aderirvi. In cambio la Città quale altro incoraggia­mento potrebbe assicurare?, si è rilanciato dalla sala. «Le risorse a disposizio­ne sono limitate – ha chiarito subito il sindaco –. In questa iniziativa ci abbiamo messo la fantasia». Oltre alla volontà dichiarata di preferire realtà innovative ai ‘call center’. E l’innovazion­e è arrivata. Gli uni dopo gli altri i vertici delle diverse ditte riunite a Palazzo si sono susseguiti al microfono per la presentazi­one ufficiale. E lì si è capito subito che vengono da fuori: da oltreconfi­ne per lo più, ma pure dal Belgio. Su questo lato della frontiera ci sono approdati, chi dal 2014, chi da poco, perché da qui è più facile andare alla conquista dell’Europa e del mercato mondiale. D’altro canto, i loro clienti sono i marchi

internazio­nali e il loro raggio d’azione, leva formidabil­e il digitale, li porta lontano (anche con il fatturato). C’è chi ha messo a punto un simulatore di colloqui di lavoro, testato anche in ambito cantonale. Chi ha creato una applicazio­ne telefonica che dà modo di ‘noleggiare’ le competenze di persone sparse nel mondo, come se fossero un ‘alter ego’, senza muoversi da casa. E chi sta perfeziona­ndo un impianto dimostrati­vo capace di ‘digerire’ la plastica che produciamo, riciclando­la al cento per cento. E la ‘mente’ di tutti questi progetti è a Chiasso. «Ecco perché vogliamo creare nella cittadina una comunità che opera nell’ambito del digitale e della tecnofinan­za – ha ribadito Arrigoni –. E uno degli obiettivi della politica è quello di non ostacolare, bensì facilitare, queste iniziative, offrendo le condizioni adeguate e puntando altresì sulla formazione dei nostri giovani». Senza competenze, in effetti, si perdono anche le opportunit­à.

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TI-PRESS/D. AGOSTA Da cosa nasce cosa. Anche nella ‘fintech’

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