Certi modi di dire e di... intendere!
In francese l’espressione “merde alors” in un contesto interlocutorio, non sembrerebbe voler essere direttamente offensiva verso chicchessia, ma piuttosto una interlocuzione, seppur non particolarmente gradevole! Nell’idioma transalpino sarebbe usata abbastanza frequentemente, in ogni conversazione, ed anche in presenza di signore. Non un’espressione offensiva di per sé. Certo che in un consesso internazionale come quello che si è svolto fra i ministri europei, connota negativamente chi la usa, ed è recepita come contrarietà a quanto l’interlocutore enuncia. Nel modo in cui è stata usata, in italiano potrebbe equivalere ad un “che diamine”, o “ma che vai dicendo!” o qualcosa del genere, non particolarmente malevola, ma neppur gentile verso la persona. Se fosse stato lo stesso Salvini a pronunciare qualcosa del genere nella propria lingua, sicuramente si sarebbero mosse le piu’ alte istanze comunitarie, le agenzie di rating avrebbero retrocesso il Bel Paese, e da un certo “Alto Colle” si sarebbe deplorato con fermezza colui che, con altrettanta fermezza, sta meritandosi sempre più consenso fra i cittadini. Insomma, ci sono “merde alors” che alcuni possono menzionare senza particolare disapprovazione, ed altri che non possono permetterselo, neanche per ribattere a qualcuno che si mostri particolarmente aggressivo. Il “merde”, insomma, da semplice espressione idiomatica, si è meritata una platea di estimatori più che vasta. Cadute di stile saranno pur sempre possibili, specie quando gli argomenti in discussione sono di grande impatto emotivo e di pubblico interesse. Parole inadeguate non facilitano i rapporti fra interlocutori, ma è pur anche vero che spesso abbiamo la tendenza ad attribuire significati che vanno troppo oltre ciò che le stesse parole intendano significare.
Franco Rocchetti, Piazzogna