C’era una volta la democrazia
In passato la Svizzera poteva essere fiera della sua democrazia. Quando c’era una votazione, gli antagonisti informavano onestamente i cittadini argomentando le loro convinzioni. L’informazio- ne era corretta e il risultato nelle urne rispecchiava le convinzioni della maggioranza. Oggi non è più così. L’informazione c’è ancora, ma non veicola più le motivazioni reali; si trasmettono slogan e informazioni fasulle – che magari non hanno nulla a che vedere con le reali convinzioni di chi ne è alla base – col solo intento di far presa su quei (molti) cittadini che non si prendono la briga di approfondire i temi e si lasciano influenzare dalle baggianate che fanno presa sulla “pancia”; naturalmente nella propaganda ci si guarda bene dal toccare le reali motivazioni, che sovente non sono molto lodevoli. E funziona! Nelle votazioni il risultato è regolarmente falsato dalla propaganda populista, infarcita di rifugiati, frontalieri, Islam, Europa e altre cose che nulla hanno a che fare con la realtà politica della consultazione. Lo prova anche la votazione sulla “Scuola che verrà”, a proposito della quale ho provato a chiedere ad alcuni oppositori di elencarmi i punti contenuti nel progetto: nessuno è stato in grado di elencarne almeno uno; hanno parlato di scuola rossa e di insegnanti frontalieri, ma non sanno niente del progetto. Eppure hanno votato contro. È veramente la democrazia che vogliamo?
Aurelio Ferrari, Monteceneri