laRegione

Chiasso e i funamboli

- Di Matteo Caratti

Dopo una settimana è finalmente giunto il comunicato del Municipio di Chiasso sulle opinioni espresse dalla vicesindac­a Pantani all’indirizzo dell’arciprete. La polemica – lo ricordiamo – era scoppiata dopo gli enunciati schock della politica leghista che, sul ‘Mattino’, aveva inveito contro l’utilizzo di bambini provenient­i da altre culture (migranti pure loro) quali chierichet­ti da parte di don Feliciani. I vergognosi enunciati ci avevano spinti a rammentare alla vicesindac­a, nonché consiglier­a nazionale, che in Svizzera le persone sono persone indipenden­temente dalle loro opinioni, colore della pelle o forma degli occhi. Ovvio? Pare di no. Ora il Municipio, messo alle strette dal Ppd (ma gli altri partiti dove sono? Ciechi e sordi?), ha sì esternato, ma il risultato è un misero e confuso comunicato, incapace di dire pane al pane e vino al vino. Cioè di esprimere la chiara condanna contro simili sortite che non possono essere lasciate lì a mezz’aria. In nessun caso, tanto più se uscite dalla bocca di chi rappresent­a un’istituzion­e. Ebbene, se un esecutivo, per arrivare solo a (citiamo il passaggio migliore) ‘esprimere rincrescim­ento’ per quanto accaduto, deve metterci una settimana, ci chiediamo cosa debba ancora succedere per arrivare a scuotere le coscienze. E poi, perché tanto funambolis­mo in quella ventina di righe che intreccian­o le modalità della contestazi­one al Penz (serata sul centro asilanti) e la questione dei chierichet­ti di colore, scrivendo che non si vuole giudicare né un fatto né l’altro? Quanto successo al Penz non rispetta le regole di un dibattito civile e democratic­o, e quanto pubblicato sul ‘Mattino’ istiga all’odio razziale e lede i diritti fondamenta­li dell’infanzia. Forza, ditelo forte e chiaro! Non si schivano le olive, a maggior ragione se il livello raggiunto è quello di prendersel­a persino con i bambini per bassi calcoli di bottega. Lo scriviamo amareggiat­i, consideran­do anche il silenzio caduto su tutta un’altra vicenda, quella dell’immobile di Pregassona dove in un appartamen­to-discarica viveva una famiglia con figli minorenni. Qualcuno si è forse scandalizz­ato pubblicame­nte di fronte al muro di gomma eretto dai politici con responsabi­lità in materia (quanti si sono espressi? Mosche bianche!), dai servizi sociali del Comune e del Cantone, chiamati a tutelare soprattutt­o i minorenni? Spiegare pubblicame­nte qualcosina in più senza violare la privacy sarebbe stato possibile e invece ci si è trincerati dietro il segreto. L’impression­e è che qualcuno, visto che è già iniziato il solito giochetto dello scaricabar­ile, voglia coprire negligenze e menefreghi­smi… Ma torniamo al comunicato chiassese rilevando ancora una chicca: per il Municipio si è trattato di ‘inutili polemiche’. Inu- tili polemiche? I fatti, cari signori, vanno chiamati col proprio nome e cognome. Ripetiamo, si è trattato di un gravissimo caso di mancanza assoluta di rispetto nei confronti di due bimbi che, loro malgrado, si sono trovati coinvolti in un attacco razzista. Se fossero stati bianchi non sarebbero stati additati quale elemento fuori posto nel decoro. E allora, se un esecutivo non ha il coraggio di stigmatizz­are vicende come questa e condannare chi fomenta odio, il meteo (politico) segna tempesta.

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