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Palazzine e assistenza, quali controlli?

Dopo il caso di Pregassona scatta l’interpella­nza di Giorgio Galusero (Plr) sul ruolo del Dss

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Da caso a tema. Perché quello della gestione degli appartamen­ti dove alloggiano i beneficiar­i dell’assistenza pubblica, dopo quanto venuto alla luce settimana scorsa a Pregassona, è un capitolo che “pone numerosi interrogat­ivi”. Anche perché – come evidenziat­o nell’edizione di martedì a pagina 11 – dietro si cela un ‘modus operandi’ comune ad altri casi

(via Odescalchi, ma non solo). “Numerosi interrogat­ivi” che mette nero su bianco in un’interpella­nza il deputato Giorgio Galusero, che a nome del gruppo liberale radicale indirizza al Consiglio di Stato una serie di domande volte a capire – in particolar­e – come avvengono i controlli da parte dell’autorità cantonale. “Il Dipartimen­to della sanità e della socialità – scrive Galusero – quali verifiche svolge prima e durante la locazione a persone al beneficio dell’assistenza per evitare situazioni di degrado? Quali sono le cause che non permettono di procedere con regolari controlli? In generale quanti incarti gestisce annualment­e ogni operatore/trice

dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inseriment­o (Ussi)? Cantone, Comuni e Autorità di protezione (Arp): quali rapporti intercorro­no tra questi tre enti nella gestione dei casi a carico dell’assistenza pubblica?”. Il deputato prende poi spunto dalle consideraz­ioni dell’Associazio­ne degli inquilini (Asi) raccolte dal nostro giornale, sondando la possibilit­à di generalizz­are soluzioni che, almeno parzialmen­te, sembrano funzionare: “Non sarebbe nell’interesse dell’ente pubblico dotarsi di figure tipo ‘custodi sociali’ – propone Galusero – che monitorano la situazione sul territorio? Stando a quanto dichiarato dall’Asi alcune autorità comunali

finanziano questi operatori. Non dovrebbe essere il Cantone a farsene carico e assicurare la loro presenza su tutto il territorio cantonale? La ‘centralizz­azione’ di questo tipo di monitoragg­io non garantireb­be poi di identifica­re più facilmente eventuali imprendito­ri interessat­i all’affitto mensile, più che al buono stato dei loro appartamen­ti?”. E ancora sui controlli: “L’amministra­zione cantonale o i Comuni dispongono di un elenco degli appartamen­ti al quale i beneficiar­i dell’assistenza possono far capo? Corrispond­e al vero che invece queste persone vengono indirizzat­e quasi sempre agli stessi imprendito­ri?

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Perché mancano verifiche regolari?

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