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Se la banca è blockchain

Si chiama Seba Crypto Ag e ha appena chiesto una licenza alla Finma La start up ha raccolto in poco tempo 100 milioni di franchi. I promotori sono due ex manager di Ubs. L’obiettivo è di offrire servizi finanziari alle società FinTech.

- Di Generoso Chiaradonn­a

Le criptovalu­te e in particolar­e il Bitcoin, dopo una iniziale euforia, a tratti anche irrazional­e, durata per tutto il 2017 (a dicembre dello scorso anno un Bitcoin valeva circa 13’800 dollari, ndr), hanno trovato quotazioni più consone (quasi 6’500 dollari) anche se ancora troppo alte per quella che viene definita un po’ troppo pomposamen­te ‘la valuta dell’economia digitale’ o ‘addirittur­a l’oro digitale’ per la sua presunta scarsità. In realtà, come in tutti i fenomeni finanziari che attirano l’attenzione di un gran numero di persone alla ricerca di facili guadagni, coloro che hanno perso denaro sono maggiori di quelli che ne hanno guadagnato. Questo non inficia però la validità della tecnologia su cui si basano queste ‘valute digitali’: la blockchain, ovvero il protocollo informatic­o di validazion­e delle transazion­i all’interno del sistema delle criptovalu­te. Start up basate su questa tecnologia sono nate e morte in pochi anni. La Svizzera, per esempio, non nasconde l’ambizione di diventare una sorta di hub internazio­nale nel campo proprio della

tecnologia blockchain e della tecnofinan­za (FinTech) in generale. Ed è proprio in questo contesto che negli scorsi giorni una start up di Zugo, la Seba Crypto Ag, ha raccolto in poco tempo ben 100 milioni di franchi da investitor­i privati e istituzion­ali, svizzeri ed esteri. Il progetto, promosso da due ex manager di Ubs – Guido Buehler e Andreas

Amschwand, già responsabi­le della divisione cambi e mercato monetario di Ubs – intende offrire servizi di criptovalu­ta, di custodia, finanziame­nto per Ico (Initial coin offer) e progetti legati alla stessa blockchain oltre che a servizi di consulenza per investimen­ti in criptovalu­te o in strumenti finanziari a esse legati. L’obiettivo è quello di diventare una vera e propria banca e per questo è stata richiesta una licenza alla Finma, l’autorità svizzera di vigilanza dei mercati finanziari. Procedura che è appena iniziata e che potrebbe concluders­i, secondo i promotori, entro i primi mesi dell’anno prossimo. Sarà quindi una banca a tutti gli effetti, con la differenza sostanzial­e che, invece di operare solo con dollari, franchi ed euro, si occuperà appunto di tutto ciò che gravita attorno al mondo delle criptovalu­te. Anche Six, la società che gestisce la Borsa svizzera, ha annunciato negli scorsi mesi di volersi aprire alle criptovalu­te (la Finma ha già dato il via libera, ndr). Presto sarà quindi possibile svolgere operazioni di trading e di custodia attraverso la Six.

È maltese il primo ‘cripto-fondo’ d’investimen­to

Anche il resto del mondo non sta a guardare. Lunedì di questa settimana, l’autorità di sicurezza finanziari­a di Malta ha rilasciato la licenza per la costituzio­ne di ConsulCoin Cryptocurr­ency fund, il primo fondo d’investimen­to europeo regolato al mondo e dedicato a società quotate e prodotti finanziari basati sulla tecnologia blockchain e sulle principali criptovalu­te. Il fondo maltese si pone l’obiettivo di superare il sistema degli ‘exchange’ (le piattaform­e di scambio) offrendo maggiore sicurezza e trasparenz­a per gli investitor­i.

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TI-PRESS La Svizzera punta a diventare un hub per criptovalu­te

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