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Bianco, nero e Celestini

Il nuovo tecnico, che ha firmato fino al termine della stagione in corso, è pronto a ‘colorare’ il Lugano con le sue idee

- Di Sascha Cellina

«Avevo grande voglia di tornare ad allenare ed è un grande stimolo poterlo fare qui a Lugano, dove penso che avrò la possibilit­à di fare bene». È un Fabio Celestini molto motivato quello che si è presentato davanti alla stampa per la sua prima conferenza da allenatore del Lugano, con cui ha firmato un contratto valido sino al termine della stagione in corso. «Anche il fatto di lavorare fuori dalla Svizzera romanda rappresent­a una bella sfida per me, avevo voglia di provare qualcosa di nuovo – ha proseguito il 42enne vodese, che al mattino ha diretto il suo primo allenament­o dopo aver preso il posto dell’esonerato Abascal –. Ho visto grande disponibil­ità nei ragazzi, a me piace comunicare molto ed è quello che abbiamo fatto, ma non negli spogliatoi, in campo, perché è lì che bisogna fare il lavoro più importante». Lavoro che è innanzitut­to finalizzat­o alla sfida di domenica in casa del Grasshoppe­r, mentre poi la pausa per gli impegni delle nazionali darà un po’ più di tempo all’ex tecnico del Losanna per trasmetter­e al gruppo le sue idee… «In tre o quattro giorni non posso ovviamente trasmetter­e tutto quello che vorrei alla squadra, ma ci sono dei punti cardine che cercherò di far passare da subito. Ad esempio quando abbiamo la palla dobbiamo voler attaccare la porta. Vedendo le mie squadre si parla molto di possesso palla, ma in realtà nel mio gioco sono più importanti le transizion­i. In ogni caso la cosa fondamenta­le è lavorare tutti insieme. I giocatori sanno che stile di gioco voglio proporre e ho chiesto loro di seguirmi. Se lo faranno, potremo fare bene già domenica con il Grasshoppe­r. Sarebbe importante partire con un risultato positivo».

Su Renzetti: ‘Lo ascolterò, ma deciderò io. Cercherò di fare in modo che possa rimanere in tribuna con il sorriso’

A proposito di (ri)partire, come sottolinea Celestini, «quando c’è un cambio di allenatore tutto riparte da zero e questo permette magari a chi era stato meno coinvolto di ritrovare gli stimoli. Un giocatore ad esempio come Janko, potrebbe tornare importante. Innanzitut­to dovrò cercare di capire cosa non funzionava, chiedergli se alla sua età ha ancora voglia di rimettersi in gioco, poi potrò lavorare con lui. Ma ho bisogno di sapere come stanno tutti i ragazzi, per poterli valorizzar­e e far funzionare bene il gruppo, che rimane la cosa più importante. Manca un bomber? Una delle caratteris­tiche delle mie squadre è sempre stata che segnavano in tanti. Giocatori come Sabbatini, Bottani, Junior sono in grado di farlo. Ma in generale, penso che in questo gruppo ci siano molti giocatori che hanno ancora parecchio da dimostrare, giovani e meno giovani. Se ci riuscirann­o o no, dipenderà anche da me, sono l’allenatore e sta a me trovare le soluzioni». Il presidente Renzetti ha sempre detto di aspettarsi un Lugano nelle prime 4-5 posizioni della classifica... «I risultati non può

garantirli nessuno, a maggior ragione in un campionato molto equilibrat­o come quello svizzero – Yb a parte –, nel quale una vittoria può fare la differenza tra finire in Europa o nella metà bassa della classifica, se non addirittur­a retroceder­e. Le rose più o meno si equivalgon­o, per cui la differenza la fa come si vive nella

società, la compattezz­a che si ha e l’idea di gioco: sono queste cose che ti danno valore aggiunto. Qui ho a disposizio­ne una rosa più forte di quella che avevo a Losanna, per cui se riusciamo a trovare rapidament­e (spero) un’idea di gioco chiara e condivisa da tutti, penso che potremo fare delle belle cose».

A chi afferma che il suo carattere potrebbe scontrarsi con quello del presidente Renzetti, l’ex centrocamp­ista della nazionale rossocroci­ata risponde: «Si dice che io abbia un carattere forte, ma penso che questa sia una qualità, non un difetto. Alain Joseph (l’ex presidente del Losanna, ndr) dice che non ascolto, ma non è vero,

parlavamo spesso, poi certo se mi dite che il presidente deve fare la formazione, allora dico no, tanto vale avere un allenatore .... Ma per discutere di calcio sono sempre stato disponibil­e e lo sarò anche con Renzetti. Cercherò di fare in modo che il presidente possa rimanere in tribuna con il sorriso».

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TI-PRESS/PUTZU L’ex allenatore del Losanna ritiene che a Cornaredo possa contare su una rosa più forte rispetto ai tempi della Pontaise

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