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Con gioia, verso il risultato

Ai Giochi olimpici giovanili di Buenos Aires Emma Piffaretti gareggia nel lungo: ‘Se sono felice, la misura arriva’

- Di Marzio Mellini

Quanto Emma Piffaretti si potesse profilare in ambito nazionale prima e internazio­nale poi, come logica conseguenz­a dei suoi enormi progressi nella velocità e nel salto in lungo, lo si è capito lo scorso autunno, con il suo inseriment­o nei quadri “Swiss Starters Future” che Swiss Athletics seleziona con l’obiettivo, negli anni a venire, di una partecipaz­ione a un Europeo o a un Mondiale U18 o U20. Tre i giovani classe 2002 selezionat­i, tra i quali, appunto la portacolor­i dell’Us Ascona, nata e cresciuta tecnicamen­te nella Sfg Chiasso. Più o meno un anno dopo, Emma alle spalle ha gli Europei U18 di Györ, dove ha stabilito il nuovo personale nel lungo con l’ottimo 6m25 valsole la medaglia d’argento e il record ticinese giovanile. A inizio settembre a Frauenfeld si è aggiudicat­a il doppio titolo svizzero U18 nel lungo e nei 200, ritoccando il record giovanile ticinese, vecchio di 21 anni, con 24’’22. Lo scorso fine settimana a due giorni dalla sua partenza, ha fatto suo il doppio titolo ticinese allo stadio del Lido di Locarno (100 e lungo). Ma è quello che Emma Piffaretti ha davanti a catalizzar­e l’attenzione della promettent­e atleta momò, partita lunedì alla volta di Buenos Aires, per rispondere alla convocazio­ne di Swiss Olympic per i Giochi olimpici della Gioventù (6-18 ottobre), dove disputerà il concorso del salto in lungo e avrà il privilegio di difendere i colori rossocroci­ati nella kermesse a cinque cerchi giovanile. Inevitabil­e un po’ di ansia, alla vigilia di una scadenza tanto importante. «In una competizio­ne come quella cui prenderò parte – spiega Emma – si ha voglia di dare il meglio di sé. La tensione crescerà, a ridosso della gara, ma sono sensazioni che rientrano nella normalità». Il primo squillo internazio­nale

degli Europei è giunto lo scorso 6 luglio a Györ, con l’argento nel lungo agli Europei giovanili, con tanto di personale (6m25). Ne sono seguite settimane molto intense, focalizzat­e sugli imminenti Giochi. «Dopo l’Ungheria, sono tornata in Ticino per il Galà dei Castelli. Poi ho ripreso gli allenament­i. Ho fatto molta preparazio­ne per i 200, già a partire da un campo d’allenament­o a St. Moritz, poi a Montréal (Canada), dove ho soggiornat­o allenandom­i alla McGill University. Siccome agli Svizzeri di inizio settembre correvo i 200 non ho fatto una vera e propria vacanza. Archiviati gli Svizzeri, ho continuato ad allenare anche la rincorsa e le altre fasi del salto in lungo. In questi giorni ho insistito in

modo particolar­e sull’allenament­o per i 100, con sprint su brevi distanze, e per gli ostacoli. Agli Europei li avevo fatti, ma poi li avevo un po’ accantonat­i. Ostacoli e lungo sono legati. Se si va bene in una disciplina, è più facile andare bene anche nell’altra, perché il principio che le regge è il medesimo».

‘Sono in buona forma’

A Buenos Aires, però, farà solo il lungo... «È in quella disciplina che mi sono qualificat­a e Swiss Olympic ha confermato la mia partecipaz­ione. La gara, contrariam­ente a quanto siamo abituati nei campionati di atletica, non sarà divisa in batterie di qualificaz­ione e finale, bensì prevede

due gare distinte, la media delle quali darà poi vita al risultato finale. Una sorta di prova in due manche, per intenderci. Una regola introdotta dagli organizzat­ori per evitare che un atleta si sorbisca il viaggio fino in Argentina e venga poi subito eliminato in batteria». Obiettivo tecnico? Ritoccare il limite? «Dare il meglio di me e avvicinare il personale. Ciò che più conta è essere contenta di ciò che faccio. Se lo sono, il risultato poi arriva». Reduce dai due titoli cantonali (100 e lungo) conquistat­i a Locarno, Emma Piffaretti sul proprio profilo Instagram ha scritto “Ritrovando le sensazioni in previsione di Buenos Aires”. Quali sono queste sensazioni, inevitabil­mente molto speciali? «I Ticinesi sono stata l’ultima gara prima del grande appuntamen­to rappresent­ato dai Giochi olimpici giovanili. Per me era importante ritrovare determinat­e sensazioni in una gara come i 100 che non facevo da un po’, e che ho fatto per lavorare sulla velocità e per capire a che punto sono. Più che ritrovare le sensazioni, volevo riprovarle». Con quale esito? «Diciamo che sono piuttosto soddisfatt­a. Abbiamo lavorato più sulle sensazioni che sulle misure. Quelle, poi, arrivano. Basta poco, per fare la differenza. Stiamo analizzand­o le prestazion­i, parte per parte. Sono fiduciosa, in tal senso. E sono contenta del mio stato di forma».

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TI-PRESS/GOLAY La 16enne dell’Us Ascona in azione: ‘Ringrazio i miei genitori per tutto quello che fanno per me’

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