Il terremoto della democrazia diretta Incontro su Giuseppe Rensi a Bellinzona
Giuseppe Rensi (1871-1941), avvocato di formazione e filosofo per vocazione, è stato esule dal 1898 al 1908 in Ticino. La sua figura ha suscitato negli ultimi decenni un rinnovato interesse. Oggi alle 18.30 alla Biblioteca cantonale di Bellinzona Nicola Emery commenterà insieme al curatore Simone Ricciardelli il nuovo volume antologico, ‘L’ angelo e il terremoto. Letture sull’idealismo inattuale di Giuseppe Rensi’ (Aracne, Roma, 2018) dedicato alla fase idealista del filosofo veronese. In Ticino, dove fu deputato in Gran Consiglio e Segretario del Consiglio di Stato e diresse la rivista ‘Coenobium’, Rensi scrisse ‘La democrazia diretta’, brandita come forma istituzionale nella quale la “sovranità popolare” sembrava potersi affermare e governare a prescindere e in opposizione all’“elitismo della classe politica”. Pubblicato a Bellinzona nel 1902, il testo è stato più volte riedito – l’ultima curata da Emery per Adelphi nel ’95 –, ed evidentemente anche ai nostri giorni non sembra affatto perdere la sua attualità. Le domande che il celebre teorico della politica Gaetano Mosca pose immediatamente a Rensi, contestando gli esiti necessariamente progressivi legati, secondo la tesi rensiana, alla “liquidazione” della classe politica come tale, restano domande centrali per pensare il “populismo” e le sue derive, la sua tendenza a ribaltarsi in autoritarismo. È proprio a partire da qui che il giovane Rensi avviò poi il suo viaggio inquieto fra l’idealismo filosofico e il suo capovolgimento in scetticismo e in pessimismo. RED