laRegione

Sarebbe la morte di Bellinzona

- Di Renato Magginetti, architetto

Se una persona di sinistra, indipenden­te, per difendere i più deboli (donne, giovani, operai, impiegati e piccoli artigiani con paga da fame, spesso a lavorare su chiamata), deve prendere le difese dei piccoli e medi proprietar­i fondiari e immobiliar­i, significa che siamo “alla frutta”. Di fatto, a Bellinzona, i partiti di governo assecondan­o, favoriscon­o i poteri forti, il grande capitale che s’insabbia nel mattone, (...)

Segue da pagina 9 (...) le grosse aziende come le Ffs. Che sono strutturat­e in tre comparti: passeggeri e merci sono considerat­i pubblici per godere di importanti finanziame­nti (pubblici). Il comparto immobili è considerat­o privato per permettere loro di fare tutti i loro “interessi” (privati). A Bellinzona le Ffs ci spiegano che l’area delle Officine non è più adeguata. La verità è molto più semplice, è un’area industrial­e di 120’000 metri quadrati (ricevuta in cambio di molti posti di lavoro) e come tale non può valere più di 500 franchi al mq. Però se si cambia il Piano regolatore per costruire edifici residenzia­li, commercial­i, culturali e quant’altro, quell’area può valere almeno 5 volte tanto. Messe alle strette (?) le Ffs promettono di trasferire le Officine in un nuovo capannone tecnologic­amente all’avanguardi­a a Castione, e cedono a Città e Cantone 45’000 mq. In cambio ricevono 120 milioni pari a 2’666 franchi al mq per il terreno ceduto. In realtà risulta che il capannone serve alle Ffs per posteggiar­e i loro treni passeggeri e permettern­e la piccola manutenzio­ne; niente a che vedere con il volume di lavoro e le competenze attuali, e possibili, delle Officine Ffs! Non mi arrabbio con le Ffs che spudo- ratamente e subdolamen­te tentano di sfruttare senza scrupoli ma con chi glielo permette e le agevola. I terreni delle Officine sono pregiati perché a cavallo del centro, vicini alla stazione e attaccati alla ferrovia e proprio per questo devono restare terreni industrial­i, artigianal­i o comunque dedicati al lavoro. A suo tempo avevamo ipotizzato di trasferire su quest’area l’ospedale cantonale, l’Irb e, più recentemen­te, i 1’000 posti di lavoro che il Credit Suisse, con un’operazione simile, pretende di realizzare sui suoi terreni in via Tatti. Le autorità e i cittadini di Bellinzona non si rendono conto che permettere di costruire edifici residenzia­li, commercial­i e culturali, anche solo su una minima parte delle Officine, sarebbe la morte della città che è già sull’orlo del baratro a causa della bolla immobiliar­e. Non le vedete le tante gru? Ricordatev­i che i grossi capitali, che investono 50/100 milioni al colpo, stracciano i prezzi e non fanno lavorare i piccoli artigiani, gli architetti, gli ingegneri del posto e bruciano il mercato ai tanti piccoli e medi proprietar­i fondiari e immobiliar­i che da generazion­i pagano le imposte a Bellinzona.

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