laRegione

‘Che emozione, la bandiera’

È toccato al ticinese Noè Ponti alzare al cielo di Buenos Aires il vessillo rossocroci­ato nella cerimonia d’apertura

- Di Marzio Mellini

Hanno fatto le cose in grande, alla terza edizione dei Giochi olimpici giovanili. Il cuore di Buenos Aires che pulsa attorno all’Obelisco è stato preso d’assalto da centinaia di migliaia di persone accorse per una cerimonia d’apertura in grande stile. Impression­ante l’apparato scenografi­co, con 2’000 tra attori e comparse, 4’000 gli atleti provenient­i da 206 nazioni. Tra le quali la Svizzera, con un portabandi­era d’eccezione, il ticinese Noè Ponti. Ci ha simpaticam­ente mentito, Noè, ma la sua è stata una bugia a fin di bene. Gli era stato chiesto da Swiss Olympic di mantenere il segreto circa la sua designazio­ne, affinché fosse una sorpresa per tutti, compagni di squadra compresi, e ci è riuscito, svicolando con un salomonico “ce lo comunicher­anno una volta giunti a destinazio­ne” al quesito del redattore che voleva sapere a chi sarebbe toccato l’onore. E bravo Noè, per averci sviato, ma soprattutt­o per aver avuto l’onore di sventolare al cielo scuro di Buenos Aires, in mondovisio­ne, il vessillo rossocroci­ato, con la fierezza che sappiamo essere propria a un ragazzo che sente addosso i colori nazionali come una seconda pelle. Pelle d’oca. Al momento della comunicazi­one, e nei secondi trascorsi solcando il palco davanti allo schermo luminoso, con la scritta Svizzera la cui luminosità impedisce di capire quanta gente ci sia, là sotto, intenta a guardarti. Raggiunto dopo aver disputato la staffetta 4x100 in cui ha disputato un eccellente 100 stile («Ho abbassato di sette decimi il mio personale, in staffetta»), Noè ricorda che «la decisione mi è stata comunicata tre settimane fa, ma nel contempo mi era stato detto di mantenere il segreto. Lo sapevano solo pochissime persone, tra cui i miei genitori. Ho ricevuto una telefonata a scuola. Quando ho richiamato, mi è stato detto che ero stato scelto. Dave Burkhardt (responsabi­le del settore speranze del nuoto svizzero, ndr) mi ha dovuto porre la domanda di rito: “Noè, accetti di essere il portabandi­era della Svizzera?”. Eccome se ho accettato. Mai avrei potuto dire di no a una proposta così. Salire su quel palco è stata una sensazione impagabile. Ho

sfilato davanti a non so nemmeno quante persone, ma erano tantissime. Era buio, impossibil­e vedere sino in fondo alla piazza, ma era gremita. A un certo punto ho dovuto alzare la bandiera per mostrarla meglio. Ho fatto vedere la bandiera del mio Paese a un sacco di gente, in mondovisio­ne. Il protocollo ce lo hanno spiegato

lì, pochi minuti prima di sfilare. Non sapevo che avrei camminato da solo». Un’emozione unica, e sensazioni forti che gli hanno dato slancio per la staffetta che ha aperto la sua Olimpiade. «È andata davvero molto bene, le sensazioni sono ottime, anche in acqua, ora vediamo come vanno le altre gare». Oggi Noè gareggia nella 100 delfino, ma non rinuncia alla 200 mista, benché le due prove siano ravvicinat­e. Stavolta, in barba alla scaramanzi­a, ci dice tutto, e svela che «non voglio sbilanciar­mi, ma non riesco a nascondere che nei misti, un pensierino al podio ce lo posso anche fare».

 ?? KEYSTONE ?? Gli occhi del mondo puntati addosso
KEYSTONE Gli occhi del mondo puntati addosso

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland