Permessi B, ’ndrangheta e verifiche
Infiltrazioni mafiose, Pronzini: non sembra ci siano sistemi di controllo efficaci
Si torna a parlare dei permessi B, quelli per dimoranti. Stavolta a sollevare il tema è il deputato Mps Matteo Pronzini con un’interrogazione al Consiglio di Stato. Titolo: “Permessi B: persone sospettate di relazioni con la ’ndrangheta entrano in Ticino come notificati?”. A detta del parlamentare, “non sembra che ci siano sistemi di controllo efficaci per evitare, o almeno arginare, le infiltrazioni di organizzazioni di stampo mafioso”. E le persone di riferimento di queste organizzazioni in territorio ticinese, rincara, “vengono quasi sempre individuate dagli inquirenti italiani, non da quelli presenti sul territorio”. Citando i dati dell’Ustat – secondo cui “oltre il 73 per cento delle ore di lavoro svolte in Ticino dal totale dei notificati è da imputare alle ‘assunzioni di impiego’, cioè lavoratori direttamente assunti da imprese con sede in Ticino per un massimo di 90 giorni” e “meno di un terzo viene assunto tramite agenzie di prestito personale svizzere” –, Pronzini chiede attraverso quali canali vengono assunti gli altri? Gran parte dei controlli nel settore del mercato del lavoro riguardano padroncini e distaccati, si rileva nell’interrogazione: “Per la terza categoria di notificati, e cioè le ‘assunzioni di impiego’ (15’305 persone nel 2017), quanti e quali controlli vengono effettuati?”. Pronzini richiama poi una sentenza del Tribunale amministrativo federale (Taf) su un caso concreto. Nella sentenza, scrive, “si precisa che, nella valutazione del divieto di entrata in Svizzera decretato, la Segreteria di Stato della migrazione ‘ha ritenuto che, malgrado l’archiviazione di detto procedimento (l’inchiesta in materia di organizzazione criminale che lo ha coinvolto), il matrimonio con una persona appartenente a una famiglia mafiosa sia un elemento atto a confermare la necessità della misura impugnata”: come mai invece, chiede Pronzini al governo, “la moglie ha ottenuto il permesso B in Ticino pur essendo ‘una persona appartenente a una famiglia mafiosa’, tanto più che il marito ha chiesto il permesso alla stessa data, quindi i due avevano intenzione di continuare a vivere assieme?”. Infine: come viene valutata “la potenziale pericolosità di una persona se l’estratto del casellario giudiziale non riporta nessuna condanna?”.