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L’ondata Bolsonaro divide il Brasile

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San Paolo – Più diviso di così non poteva trovarsi il Brasile, dopo il primo turno delle elezioni presidenzi­ali. Il successo travolgent­e di Jair Bolsonaro, il candidato dell’estrema destra, ha superato le previsioni della vigilia e determinat­o una partizione quasi netta del panorama politico. Al secondo turno Bolsonaro se la vedrà con Fernando Haddad, alter ego in chiave minore di Lula da Silva, ma di fatto il confronto che si profila è un Bolsonaro contro tutti. O quasi tutti, considerat­o che a destra c’è chi non si far scrupoli a dargli il voto pur di sconfigger­e una

sinistra dipinta dai media principali come corrotta o “comunista”. Bolsonaro – ex militare nazionalis­ta noto per i suoi discorsi omofobi, misogini e razzisti, nonché per le lodi alla dittatura militare – ha sfiorato l’elezione al primo turno, uno scenario considerat­o impossibil­e alla vigilia, con il 46,03% dei voti contro il 29,28% di Haddad, un professore universita­rio ex ministro dell’Istruzione di Lula ed ex sindaco di San Paolo. L’ondata Bolsonaro in effetti ha investito l’establishm­ent politico brasiliano, distruggen­do equilibri consolidat­i e ridisegnan­do la mappa politica del Paese: 17

delle 27 entità federali hanno appoggiato il candidato di estrema destra, mentre il Partito dei Lavoratori (Pt) di Haddad si è imposto solo in nove Stati, tutti nel Nordest, la parte più povera del Paese. Il Pt ha perso anche il governo locale nel principale Stato che amministra­va finora, Minas Gerais (Sudest), dove ha sofferto un’umiliazion­e ancora più cocente: l’ex presidente Dilma Rousseff, candidata per un seggio al Senato, è arrivata al quarto posto (con il 15% dei voti) ed è stata esclusa dalla Camera alta. Nel principale collegio elettorale del Paese, lo Stato di San Paolo, Haddad è arrivato solo terzo, superato da Bolsonaro e

anche da Ciro Gomes, il candidato presidente del Partito Democratic­o Laburista (Pdt), che a livello nazionale si è attestato al terzo posto, con il 12,47% dei voti. Non solo il Partito dei Lavoratori è stato travolto dall’onda dell’ultradestr­a. Il Partito Social Democratic­o, tradiziona­le rivale di centrodest­ra del Pt, ha registrato la performanc­e peggiore della sua storia. Il suo candidato alla presidenza, Geraldo Alckmin, favorito all’inizio della campagna elettorale, è precipitat­o al 4,76% e il suo leader più popolare João Doria ha già annunciato il suo appoggio a Bolsonaro. Sul carro del vincitore i posti non mancano mai.

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KEYSTONE Jair nel cuore

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