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La Spagna processa un’altra eredità franchista Prima sentenza per i bimbi rubati

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Madrid – La sentenza di colpevolez­za di un ginecologo ottantacin­quenne ha ricondotto la Spagna a una delle pagine più bieche del periodo franchista: la sottrazion­e di migliaia di bambini alle madri naturali e politicame­nte invise al regime, per farli crescere da coppie sterili e soprattutt­o “affidabili”. Pratica che continuò anche dopo la morte del caudillo. Il tribunale di Madrid ha riconosciu­to colpevole Eduardo Vela, già direttore di una clinica madrilena teatro dei sequestri, di tre capi di accusa: di aver sequestrat­o nel 1969 una neonata, Ines Madrigal oggi 49 anni, di aver falsificat­o il suo certificat­o di nascita e di aver “simulato il parto” della donna alla quale la piccola fu poi affidata. Il medico tuttavia resta libero avendo i giudici ritenuto prescritto il reato più grave, quello di sequestro. L’accusa aveva chiesto 11 anni di carcere e un risarcimen­to di 350mila euro per la vittima, che tuttavia aveva spiegato nell’ultima udienza di non volere né denaro né desiderare vedere Vela in prigione, ma di augurarsi che dal processo emergesse la verità sulle sue origini e su una vicenda che può aver coinvolto migliaia di bambini tra la fine degli anni 60 e gli anni 80. A Madrigal (che ricorrerà contro la prescrizio­ne), la donna che riteneva propria madre disse che era stata adottata. E lei cominciò a sospettare di essere una dei bimbi rubati solo nel 2010, quando lesse su ‘El País’ un articolo che parlava della vicenda. Ed è da questa data che i suoi avvocati vogliono far partire il calcolo dei tempi di prescrizio­ne.

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