Leggi razziali, l’indifferenza 80 anni dopo
Al numero 7 si leggeva che “è tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti”. Era il 5 agosto 1938 – 80 anni fa – e in Italia veniva pubblicato il Manifesto della Razza, 10 punti in cui si ribadiva da un punto di vista “puramente biologico” la suddivisione degli umani in razze superiori e inferiori, e la discendenza degli italiani da quella “ariano-nordica”. In questo contesto gli ebrei rappresentavano gli extra-europei, inferiori e non assimilabili. Nei mesi successivi, dunque, furono promulgate le Leggi antisemite per la difesa della razza, meglio note come Leggi razziali. Ottant’anni dopo, guardandosi attorno, non ci si sorprende più di tanto dell’indifferenza con cui quelle Leggi vennero accolte. Molti le accettarono passivamente, altri ne furono complici, altri ancora diedero protezione a chi era minacciato. La generazione dei testimoni, consapevoli di cosa significasse essere cittadini italiani nati dalla parte sbagliata nel 1938, è ormai in estinzione. Di fronte alla chiusura, all’ignoranza, all’indifferenza con cui vengono accolte ingiustizie e tragedie odierne, il ricordo di quell’epoca s’impone anche attraverso il cinema: sono diversi i nuovi film che la raccontano, quattro dei quali alla Festa del cinema di Roma (18-28 ottobre). Liliana Segre, senatrice a vita italiana, sopravvissuta ad Auschwitz dopo essere stata respinta alla dogana di Stabio (era una bambina...), avverte: «Il razzismo è tornato fuori così come l’indifferenza generale, uguale oggi come allora quando i senza nome eravamo noi ebrei. Oggi percepisco la stessa indifferenza per quelle centinaia di migranti che muoiono nel Mediterraneo, anche loro senza nome, e ne sento tutto il pericolo». Fra i film in uscita, ‘1938 – Quando scoprimmo di non essere più italiani’ di Pietro Suber (a novembre su Rai1), si concentra su 5 storie di deportati, scampati e delatori, per finire tra i movimenti giovanili di estrema destra e le strade ancora intestate ai firmatari del Manifesto della Razza. ‘1938 – Diversi’ di Giorgio Treves racconta lo stupore delle famiglie ebree e l’indifferenza degli “altri” italiani. ‘La Razzia, 16 ottobre 1943’ di Ruggero Gabbai ricorda l’arresto di 1022 ebrei a Roma, poi ammassati in 28 vagoni e deportati. ‘Who will write our history’ di Roberta Grossman, prodotto da Nancy Spielberg, ritorna al Ghetto di Varsavia, dove nel 1940 i nazisti rinchiusero 450mila ebrei, e alla storia di una compagnia segreta, Oyneg Shabes, di giornalisti e capi di comunità che provò a combattere menzogne e propaganda nazista. CLO/ANSA