laRegione

Si inizia con Kapuscinsk­i e l’orrore della guerra

- Di Ivo Silvestro

“C’era la guerra, nel tuo Paese?”. “Un tempo, una guerra terribile”. “Hai combattuto?”. “No, ero un bambino. I bambini non combatteva­no. Una volta”. Non è uno dei momenti più forti del film, anzi: questo dialogo tra il reporter polacco Kapuscinsk­i e la guerriller­a angolana Carlota ha luogo in uno dei rari momenti in cui, nel bel film ‘Another day of life’, la tensione si allenta. Tuttavia in quel semplice scambio di battute c’è tutto l’orrore della guerra civile in Angola, conflitto che Kapuscinsk­i ha raccontato nei suoi servizi per l’agenzia di stampa nazionale polacca e poi nel suo libro ‘Ancora un giorno’ (e l’edizione Feltrinell­i ha in copertina proprio Carlota). Un racconto che ritroviamo nel film di Raúl de la Fuente e Damian Nenow che questa sera alle 20.30 aprirà la quinta edizione del Film festival diritti umani di Lugano. I due registi ricostruis­cono il lavoro del celebre giornalist­a in Angola quando, nel 1975, il Paese cessa di essere una colonia portoghese e conquista formalment­e l’indipenden­za, diventando tuttavia il nuovo terreno di scontro tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Vediamo Kapuscinsk­i bloccato nella capitale Luanda cercare di ottenere il permesso per raggiunger­e il fronte a sud per raccontare il conflitto, riuscire finalmente a partire grazie all’aiuto del giornalist­a locale Arturo, percorrere strade ostruite dai corpi di civili massacrati, incontrare bambini soldato che combattono per un po’ di cibo, intervista­re il mitico comandante Farrusco, un “traditore” delle forze speciali portoghesi che si è messo a combattere per l’indipenden­za dell’Angola. I due registi ripercorro­no questo viaggio, ricorrendo alle classiche tecniche del documentar­io – interviste, fotografie, filmati di repertorio – inserendol­e in un film d’animazione. Una tecnica che permette una notevole libertà espressiva che De la Fuente e Nenow sfruttano sapienteme­nte alternando momenti realistici ad altri maggiormen­te onirici, riuscendo a raccontare con forza l’orrore della guerra e il sempre maggiore coinvolgim­ento di Kapuscinsk­i, al quale alla fine risulterà impossibil­e essere un semplice osservator­e imparziale. Da vedere per non dimenticar­e. Info: www.festivaldi­rittiumani.ch.

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Proiezione questa sera a Lugano

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