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Non chiudete quella porta

Grazie alla doppietta di un encomiabil­e Hofmann il Lugano mantiene vivo il sogno di Champions. Si decide tutto fra una settimana, in Finlandia.

- Di Christian Solari

Lugano – Prima la potenza, poi l’astuzia. E quelle due reti a firma Gregory Hofmann (la prima già all’8’34’’, su assist illuminant­e di Loeffel, e la seconda al 53’13’’) tengono più che mai aperta la porta che dà accesso alla seconda fase di Champions. Già, perché se fino a ieri al Lugano servivano ben cinque punti nel doppio confronto con i finlandesi dell’Jyp di Jyväskylä, adesso gliene bastano due. Quelli che mancano i bianconeri dovranno andarseli a cercare martedì prossimo alla Synergia Areena, contro una squadra che è sì la detentrice del titolo in Champions, ma che adesso nella Liiga finlandese naviga attorno a metà classifica. E, soprattutt­o, almeno sulla base di ciò che si vede nell’occasione, sembra alla portata dei bianconeri.

Stavolta i bianconeri hanno tutto un altro volto, rispetto alle ultime uscite in campionato con Langnau e Servette

Intanto, però, ciò che balza all’occhio è che il Lugano stavolta ha un volto sostanzial­mente diverso da quello offerto nelle ultime due uscite in campionato contro Langnau (in special modo) e Servette. In una partita che prende davvero quota al termine di un primo tempo anche caotico e dal ritmo tutt’altro che indiavolat­o. Pur se gli uomini di Ireland danno l’impression­e di voler tener vivo il disco sin dalle primissime battute della serata. Riuscendoc­i, il più delle volte. A immagine di un Gregory Hofmann a dir poco esemplare: non solo per le due (pur decisive) segnature, bensì per l’energia e la determinaz­ione che mette in pista quando si butta negli spazi a caccia dell’occasione buona. E ciò è degno di nota perché è stato proprio l’attaccante neocastell­ano, dopo la trasferta di Ginevra, a dire che il Lugano sarebbe dovuto ripartire vincendo i duelli sul ghiaccio. Detto, fatto. In verità, però, il migliorame­nto avviene un po’ sotto tutti i punti di vista. In una serata che non conta nulla per il campionato, e forse proprio per quella ragione

costituisc­e il migliore dei diversivi. Poi, quando serve, i bianconeri dimostrano di essere anche pronti a soffrire, quando la squadra del giovanissi­mo tecnico Lauri Merikivi (infatti compirà 36 anni il mese prossimo) prova a spingere i bianconeri all’angolo. Ciò che succede a maggior ragione quando il Lugano è costretto a stare in pista con l’uomo in meno: anche perché, pur se sta incontrand­o qualche difficoltà in campionato, l’Jyväskylä in Finlandia vanta comunque il secondo miglior powerplay, con una percentual­e di riuscita di poco inferiore al 30 per cento.

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TI-PRESS/D. AGOSTA Un successo frutto dei parecchi duelli vinti

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