Ai bambini
Recentemente una consigliera nazionale, conosciuta, votata e ben sostenuta da una parte considerevole di popolazione, se l’è presa con dei bambini, chierichetti di origine etiope impegnati in una comunità cattolica, per costruire delle argomentazioni volte a screditare un parroco locale, colpevole, secondo la signora, di divulgare un pensiero critico nei confronti di una politica che in questo cantone sta ottenendo sempre più consensi. Come dire, una volta i chierichetti erano “dei nostri.” La notizia mi colpì, una sera che avevo tra le mani il volume di Marcella Terrusi, “Albi illustrati: leggere, guardare, nominare il mondo nei libri per l’infanzia” (Carocci). È un libro nel quale si racconta il valore delle grandi opere letterarie destinate all’infanzia. Nell’introduzione si spiega un archetipo molto interessante cogliendo spunto da una storia illustrata intitolata “La signora Meyer e il merlo”. L’autore è Wolf Erlbruch. La signora Meyer, rabbuiata da una quotidianità imbrigliata dalle faccende domestiche, vive con una nuvola nera sopra la testa. La vita le pesa e lei, donna massiccia, imponente, incontra un giorno un piccolo merlo al quale dovrà insegnare a volare. L’immagine significativa è quella della Meyer sull’albero (sembra la continuazione del tronco) accanto al piccolo merlo. Poco dopo scopriamo, in una pagina meravigliosa, la signora che si libera in volo. Leggera. (Sembra la leggerezza del Cosimo di Rondò che Italo Calvino colloca sulla pianta con l’Abate, suo insegnante e intermediario (…) Segue a pagina 22