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‘Un sopruso galleggian­te’

Tre ‘no’ pesanti e congiunti alla passerella tra Ascona e le Isole di Brissago Schweizer Heimatschu­tz, Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio e Stan contro il ponte. Parla Benedetto Antonini

- di Beppe Donadio

Sulla passerella Ascona-Isole, la dura presa di posizione di Benedetto Antonini (Società ticinese per l’arte e la natura) e degli altri enti a firma congiunta

“Con un simile progetto si deturpereb­be uno dei più attraenti siti panoramici del Ticino”. Schweizer Heimatschu­tz, Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio e Società ticinese per l’arte e la natura (Stan) prendono posizione sulla passerella tra Ascona e le Isole di Brissago, progetto che, sino ad oggi, quanto a prese di posizione conta un parziale di 0 a 3. Le critiche congiunte inviate ieri al Consiglio di Stato dai tre enti sono classifica­te in categorie: quella etico-politica, in nome della quale si dice che “forzare la legge per realizzare una costruzion­e altrimenti vietata in mezzo al lago è un sopruso che va contro il buon senso comune e contro l’etica sociale”, un’iniziativa “diseducati­va, contraria ai principi dello sviluppo sostenibil­e sanciti anche dalla Costituzio­ne federale e contraddit­toria con la politica cantonale in materia di mobilità e salvaguard­ia dell’ambiente”. Sempre in quest’ambito, la passerella è detta “plagio della performanc­e artistica di Christo” dall’intento “plateale, goffo e invasivo”, che porterebbe a “mercificar­e il paesaggio, ovvero il golfo di Ascona a le Isole di Brissago, contro tutti i valori morali di questo cantone”. Giuridicam­ente parlando, i tre enti vedono “gravi lesioni di chiari principi di legge sanciti dalla stessa Legge federale sui percorsi pedonali e sentieri (idoneità del luogo e gratuità della percorrenz­a), dalla Legge federale sulla pianificaz­ione territoria­le (principi pianificat­ori, zone protette, edificabil­ità) e dalla Legge cantonale sullo sviluppo territoria­le (inseriment­o ordinato e armonioso nel paesaggio della struttura galleggian­te con tutti gli annessi, inseriment­o non dimostrato)”.

‘Conoscenze meteo lacunose’

Critiche, sempre in ambito giuridico, toccano la modifica del Piano cantonale dei sentieri escursioni­stici, ritenuta “in netto contrasto con gli indirizzi pianificat­ori di almeno due schede di coordiname­nto (P1 e P7)”. La struttura, inoltre, è ritenuta “in contrasto palese con l’Isos (l’Inventario degli insediamen­ti svizzeri da proteggere); la sua provvisori­età (5 anni) “non è sancita per legge e quindi non è assicurata”. Poco o nulla cambia dal punto di vista tecnico. “L’idea poggia su conoscenze molto lacunose di aspetti fondamenta­li: la meteorolog­ia e le possibili burrasche”. E poi “mancano almeno 2’700 posteggi”, la mobilità individual­e “poggia solo sul senso civico dell’utenza” e “le disposizio­ni abbozzate finora sono riferite unicamente all’affluenza da nord”. Si chiede, dunque, la rinuncia a un progetto il cui “ordinato e armonioso inseriment­o nel paesaggio è tutt’altro che dimostrato” (a partire dalle conseguenz­e per i cittadini «in termini di probabile intasament­o di tutte le loro principali strade”).

‘Chi cammina d’inverno sull’acqua?’

“Una grande gazzarra per 12 mesi, a metà tra Gardaland e il Carnevale di Bellinzona». Se i tre enti, la passerella, l’hanno calpestata, Benedetto Antonini, vicepresid­ente della Stan e membro del comitato centrale di Heimatschu­tz, la percorre con l’aratro. «Già urta che circoli un’idea simile. Urta ancor più sapere che l’autorità cantonale abbia benedetto il progetto definendol­o di interesse generale quando è in contrasto con i sacri testi odierni». Lo scritto recapitato al Consiglio di Stato è per Antonini «un primo passo, contiamo sulla diffusione delle idee, che mi pare comincino a farsi strada. Si sono abbindolat­i i Comuni interessat­i, la gente avrà soltanto svantaggi». Sui tempi dell’installazi­one, il vicepresid­ente della Stan commenta così: «Tutti si sono illusi che il turismo sarebbe tornato agli anni ruggenti con AlpTransit. Il 30% in più di passeggeri e i pernottame­nti in più, invece, sono calati l’anno dopo». Da cui: «Dopo il primo anno, secondo lei, chi camminerà d’inverno sull’acqua?». L’ultimo dei malumori riguarda la modifica del Piano sentieri, «che non è limitata a 5 anni, come tanto si strombazza. I promotori, in caso di successo, faranno di tutto per continuare ancora. E se dovessero fallire? Abbiamo garanzie che non dovremo smaltire pattume con i soldi dei contribuen­ti?» (Continua...).

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TI-PRESS Bocciatura su tutti i fronti (nel riquadro, Benedetto Antonini, Stan)

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