Gli atleti del cielo
Sul nostro pianeta tutto è connesso. Basta osservare la natura per capirlo. Oggi si celebra la giornata mondiale degli uccelli migratori, che hanno un ruolo essenziale nell’ecosistema: fungono da “fertilizzatori” naturali del terreno, impollinano le piante, tengono sotto controllo il numero di insetti (che altrimenti rischierebbero di diventare delle vere e proprie piaghe). Tuttavia, la perdita di habitat è una minaccia seria per gli uccelli migratori. Ad esempio: una parte della costa cinese è costituita da una pianura fangosa, che viene usata da molti uccelli per fare una pausa e per mangiare. Purtroppo, negli anni 40 si è costruito su ¾ della costa e ad oggi ne è sparito un altro terzo. A farne le spese sono soprattutto le cicogne orientali, delle quali esistono appena 4mila esemplari. Il WWF ha dotato di GPS 80 cicogne orientali, per scoprire come la perdita di habitat abbia cambiato i percorsi di questi uccelli e per capire come intervenire per salvare gli ultimi esemplari.
Fra gli oltre 4mila uccelli migratori ce n’è uno che batte tutti i record. Parliamo della sterna artica. Questo uccello percorre in media più di 70mila km durante il suo viaggio annuale di migrazione da un polo all’altro; nel corso della sua vita effettua un totale di 2,4 milioni di km – l’equivalente di tre viaggi di andata e ritorno sulla Luna. Tuttavia, molte popolazioni di uccelli delle coste artiche
– così come la sterna artica – sono in declino a causa dei cambiamenti climatici. C’è la procellaria – o Taiko, come viene chiamata dai Maori – che una volta popolava la Nuova Zelanda. Oggi si riproduce solo su due isole al largo di Auckland. Questi incredibili uccelli ogni anno attraversano il Pacifico fino alle fertili acque ad ovest dell’Ecuador per il foraggio. Gli uccelli in età da riproduzione ritornano in Nuova Zelanda ogni ottobre per nidificare durante la primavera e l’estate. I giovani procellari trascorreranno diversi anni in mare prima di tornare in Nuova Zelanda per riprodursi. Secondo diversi reperti fossili, la procellaria volava già 60 milioni di anni fa, dividendo il cielo con lo pterosauro. La metà delle specie di procellaria nel mondo è a rischio estinzione. Un altro uccello marino a rischio è l’albatros (comprende 22 specie). Lo si potrebbe definire l’Ulisse dei mari. Praticamente percorre in poche settimane migliaia e migliaia di chilometri. Se torna sulla terraferma lo fa solo per accoppiarsi. L’albatros, infatti, riesce anche a volare mentre dorme. Questi “atleti” del cielo vanno protetti, perché rischiano di scomparire per sempre.