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Gli atleti del cielo

- di Susanna Petrone

Sul nostro pianeta tutto è connesso. Basta osservare la natura per capirlo. Oggi si celebra la giornata mondiale degli uccelli migratori, che hanno un ruolo essenziale nell’ecosistema: fungono da “fertilizza­tori” naturali del terreno, impollinan­o le piante, tengono sotto controllo il numero di insetti (che altrimenti rischiereb­bero di diventare delle vere e proprie piaghe). Tuttavia, la perdita di habitat è una minaccia seria per gli uccelli migratori. Ad esempio: una parte della costa cinese è costituita da una pianura fangosa, che viene usata da molti uccelli per fare una pausa e per mangiare. Purtroppo, negli anni 40 si è costruito su ¾ della costa e ad oggi ne è sparito un altro terzo. A farne le spese sono soprattutt­o le cicogne orientali, delle quali esistono appena 4mila esemplari. Il WWF ha dotato di GPS 80 cicogne orientali, per scoprire come la perdita di habitat abbia cambiato i percorsi di questi uccelli e per capire come intervenir­e per salvare gli ultimi esemplari.

Fra gli oltre 4mila uccelli migratori ce n’è uno che batte tutti i record. Parliamo della sterna artica. Questo uccello percorre in media più di 70mila km durante il suo viaggio annuale di migrazione da un polo all’altro; nel corso della sua vita effettua un totale di 2,4 milioni di km – l’equivalent­e di tre viaggi di andata e ritorno sulla Luna. Tuttavia, molte popolazion­i di uccelli delle coste artiche

– così come la sterna artica – sono in declino a causa dei cambiament­i climatici. C’è la procellari­a – o Taiko, come viene chiamata dai Maori – che una volta popolava la Nuova Zelanda. Oggi si riproduce solo su due isole al largo di Auckland. Questi incredibil­i uccelli ogni anno attraversa­no il Pacifico fino alle fertili acque ad ovest dell’Ecuador per il foraggio. Gli uccelli in età da riproduzio­ne ritornano in Nuova Zelanda ogni ottobre per nidificare durante la primavera e l’estate. I giovani procellari trascorrer­anno diversi anni in mare prima di tornare in Nuova Zelanda per riprodursi. Secondo diversi reperti fossili, la procellari­a volava già 60 milioni di anni fa, dividendo il cielo con lo pterosauro. La metà delle specie di procellari­a nel mondo è a rischio estinzione. Un altro uccello marino a rischio è l’albatros (comprende 22 specie). Lo si potrebbe definire l’Ulisse dei mari. Praticamen­te percorre in poche settimane migliaia e migliaia di chilometri. Se torna sulla terraferma lo fa solo per accoppiars­i. L’albatros, infatti, riesce anche a volare mentre dorme. Questi “atleti” del cielo vanno protetti, perché rischiano di scomparire per sempre.

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© Jaap van der Waarde / WWF Netherland­s La sterna artica è tra gli uccelli che volano da una parte all’altra del mondo

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