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Mezzo grado che fa la differenza

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Mezzo grado: può sembrare poco, se parliamo di clima. Chi nota la differenza se fuori ci sono 19 gradi o 19,5? Eppure, a livello globale, per quanto riguarda il clima e le ripercussi­oni sugli esseri umani, quel mezzo grado decide di quanto le nostre vite cambierann­o. Ecco alcuni scenari descritti dai 91 esperti che hanno scritto le 400 pagine del rapporto Ipcc. Intanto nel 2100 l’innalzamen­to del

livello del mare su scala globale sarebbe più basso di 8 centimetri con un riscaldame­nto globale di 1,5°C invece che 2°C (l’aumento è rispettiva­mente di 48 cm contro 56 cm). Otto centimetri che però potrebbero spazzare via intere città. In primis Venezia, che essendo costruita sull’acqua rischia di sprofondar­e nel mare. Non solo: è inimmagina­bile che le gondole si trasferisc­ano sulle strade di New York, ma non è neanche da escludere che al posto delle auto si dovranno usare imbarcazio­ni. La Grande Mela, infatti, è tra le città americane più a rischio, insieme a Miami e New Orleans. Ma ci sono anche interi paesi a rischio come il Bangladesh o i Paesi Bassi. Il destino delle Maldive, invece, sembra ormai segnato: secondo gli esperti non si potrà salvare la stragrande maggioranz­a delle isole nel mondo. Sempre secondo le stime del rapporto, l’Oceano Artico si ritrovereb­be senza ghiaccio in estate solo una volta ogni cento anni – riuscite ad immaginare il Polo Nord vuoto? – invece che almeno una volta ogni dieci anni, mentre le barriere coralline diminuireb­bero del 70-90% invece che scomparire quasi totalmente con una riduzione di circa il 99%. Se il mondo riuscirà a rimanere entro 1,5°C, perderemo “solo” il 6% degli insetti, l’8% delle piante e il 4% dei mammiferi. Animali e piante che non avranno il tempo di adattarsi alle nuove temperatur­e. Se invece raggiunger­emo i 2 gradi Celsius, allora sparirà rispettiva­mente il 18% degli insetti, il 16% dei vegetali e l’8% degli animali vertebrati. Ma quel mezzo grado non cambierà solo la vita di piante e animali. Anche noi esseri umani ne risentirem­o: le ondate di

calore – che ogni 20 anni si manifester­ebbero in modo più forte – potrebbero colpire rispettiva­mente il 9% o un terzo della popolazion­e mondiale. La siccità farà il resto. Secondo le stime degli esperti mezzo grado deciderà se a non avere accesso ad acqua potabile saranno 350 milioni di persone o 410 milioni. Quindi? Cosa vogliamo fare? «Più presto possibile vengono ridotte le emissioni di gas serra, più saremo al sicuro»: questa la risposta di Thomas Vellacott, CEO del WWF Svizzera.

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© Global Warming Images / WWF Gli iceberg si stanno sciogliend­o

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