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Gobbi: ‘Correggere­mo’. Ghiringhel­li: ‘Sono d’accordo’

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Tutto da rifare? Assolutame­nte no. «Prendiamo atto di quanto deciso dal Tribunale federale – risponde raggiunto dalla ‘Regione’ Norman Gobbi, direttore del Dipartimen­to delle istituzion­i – e interverre­mo con un messaggio puntuale per apporre alla Legge i correttivi richiesti dalla sentenza». Correttivi, appunto. Niente di più. Perché «l’impianto non è stato minimament­e messo in discussion­e». Quindi la Legge contro la dissimulaz­ione del volto c’è, «e resta assolutame­nte in vigore – continua Gobbi –. Si tratta di intervenir­e con delle modifiche alle eccezioni». Questo perché «sostanzial­mente il Tribunale federale sostiene che ci debbano essere maggiori tutele, ad esempio, per chi sfila a una manifestaz­ione sindacale, o chi, magari per la sua attività lavorativa, deve vestirsi con un costume integrale per pubblicizz­are un marchio pubblicita­rio. A questo – rileva il direttore delle Istituzion­i – si riduce la sentenza». Sì, ma resta in piedi la questione della gestione dell’ordine pubblico. Ed è lo stesso Gobbi a confermare come «saremo sicurament­e attenti a questo aspetto». Fa sentire la sua voce, con un comunicato, anche l’iniziativi­sta Giorgio Ghiringhel­li, il quale rivendica come ‘‘il comitato dell’iniziativa non ha nulla da rimprovera­rsi, e penso di interpreta­re il pensiero di tutti gli altri membri del comitato dicendo che siamo favorevoli a questo ampliament­o delle eccezioni’’. Ma lo sguardo è già volto all’iniziativa federale sullo stesso tema in votazione tra circa un anno: ‘‘Fra le eccezioni che prevede, non ci sono quelle rilevate dal Tf. Penso che dovrebbero entrare nella Legge d’applicazio­ne federale’’.

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TI-PRESS Norman Gobbi

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