Questi 5 anni
L’ispiratore delle norme ticinesi che vietano di nascondere il volto in pubblico è il losonese Giorgio Ghiringhelli. È stato lui, il ‘Guastafeste’, l’artefice dell’iniziativa popolare – conosciuta soprattutto come iniziativa anti-burqa e anti-niqab – accolta il 22 settembre del 2013 dal 65,4 per cento dei cittadini votanti che avevano così ancorato alla Costituzione cantonale il divieto di dissimulare il viso. Per dare seguito al chiaro verdetto delle urne e per applicare la norma costituzionale, il Consiglio di Stato nel marzo del 2015, ha varato il progetto di riforma della Legge sull’ordine pubblico. Riforma sottoscritta nel novembre di quell’anno dalla commissione parlamentare della Legislazione, che all’approvazione del plenum del Gran Consiglio ha sottoposto pure una normativa specifica, riferita in particolare al burqa. Una legge, quest’ultima, aveva ricordato nel dibattito parlamentare del 23 novembre 2015 la relatrice Natalia Ferrara, messa a punto alla luce anche di quella francese e quindi “anche sulla scorta dei principi evocati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”. Sono poi partiti due ricorsi all’indirizzo del Tribunale federale, che in questi giorni ha sentenziato. Uno dei due ricorrenti, il giurista Filippo Contarini, è stato autore (con un altro giurista ticinese, Ares Bernasconi), della petizione che ha permesso di mantenere gli assessori giurati nelle corti penali del nostro cantone.