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Le maturità ‘light’ a Napoli non competono al Decs

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Il Consiglio di Stato non entra nel merito di quel che riguarda i diplomi di maturità conseguiti a Napoli da parte di alcuni allievi ticinesi. La questione era stata sollevata verso la fine di agosto da un’interrogaz­ione del deputato Tiziano Galeazzi (Udc). L’atto parlamenta­re faceva riferiment­o al caso, reso pubblico a luglio, di certi studenti che, tramite un istituto scolastico privato attivo nel Luganese, si erano recati a Napoli per sostenere gli esami di maturità liceale. Esami con strane facilitazi­oni, secondo le testimonia­nze citate da Galeazzi nell’interrogaz­ione. “Trattandos­i di istituti privati non parificati, il Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) non vigila sull'insegnamen­to che vi è impartito, ma si limita a raccoglier­e i dati relativi al numero di allievi e di diplomi conseguiti. Da questi dati risulta che negli ultimi anni il numero di allievi che hanno ottenuto un diploma di maturità sostenendo i relativi esami in una scuola statale in Italia non ha mai superato le cinquanta unità”, risponde il Consiglio di Stato. In questi casi, chiarisce il Decs, la competenza di vigilanza spetta alle autorità italiane. Sulla base della legge della scuola del 1990, specifica il Consiglio di Stato nella sua risposta, ci sono tre categorie di istituti autorizzat­i all’esercizio di scuole medie superiori in Ticino: istituti che preparano all’esame svizzero di maturità come privatisti, organizzat­o dalla Confederaz­ione; istituti residenti in Ticino riconosciu­ti dallo Stato italiano che portano al conseguime­nto di un diploma internazio­nale e che sottostann­o a una vigilanza garantita dalla Confederaz­ione in virtù di accordi tra la Svizzera e l’Italia; e una terza tipologia, quella del caso in questione, istituti che preparano gli allievi a sostenere gli esami di Stato presso una sede italiana che ne assicura la conformità al proprio ordinament­o. Sull’opportunit­à di avvalersi di questo genere di diplomi, piuttosto che sulla qualità della formazione impartita, il Decs si limita a precisare: “La scelta di frequentar­e istituti di questo tipo è di spettanza degli allievi e delle famiglie. Tocca a essi valutare se il titolo conseguito sia o meno di valore”.

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TI-PRESS Bertoli risponde a Galeazzi

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