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A2-A13, l’altra faccia del tunnel

Il riutilizzo del materiale di scavo per la valorizzaz­ione integrata delle rive del lago e dei fondali

- D.MAR.

Il Consiglio di Stato risponde all’interrogaz­ione di Nicola Pini e cofirmatar­i: ‘Interventi non solo possibili, ma auspicabil­i’. Sottolinea­ta anche l’mportanza di confrontar­si con quanto realizzato nell’ultimo ventennio al delta della Reuss.

Interventi “a rimedio dei deficit ecologici in ambiti deltizi del lago Verbano, attivi e parzialmen­te inattivi (con una capacità lorda di 2-3 milioni di metri cubi di materiale)”; nonché “soluzioni puntuali in ambiti costruiti/urbani (lungolago di Locarno-Muralto, e Gambarogno-Magadino) o seminatura­li a favore della fruibilità pubblica e della riqualific­a paesaggist­ica delle rive (con capacità limite nell’ordine di decine a poche centinaia di metri cubi)”.

Sono i due principali ambiti di intervento individuat­i dal Cantone per riqualific­are le rive e i fondali del Lago Maggiore con il materiale di scavo del futuro collegamen­to in galleria fra A2 e A13. Le previsioni sono contenute nella risposta del Consiglio di Stato ad un’interrogaz­ione con cui il deputato Plr Nicola Pini e cofirmatar­i chiedevano quali opportunit­à potessero aprirsi per il Locarnese. “Nell’ambito del progetto per il nuovo collegamen­to A2-A13 – premette il governo – il Dipartimen­to del territorio ha assegnato l’elaborazio­ne di uno studio di fattibilit­à che ha affrontato e analizzato ad ampio respiro la tematica legata alla valorizzaz­ione integrata delle rive del lago e dei fondali del Verbano mediante l’apporto di materiale di scavo pulito. Gli approfondi­menti svolti hanno permesso di esporre le molteplici potenziali­tà ed i possibili benefici di un intervento di questo tipo; mettendo comunque in guardia dai potenziali conflitti da risolvere”. Lo studio dimostra che nel bacino svizzero del Lago Maggiore “vi sono diversi contesti in grado di accogliere importanti quantitati­vi di materiali di scavo puliti”, e indica “l’importanza di confrontar­si con quanto realizzato nell’ultimo ventennio al delta della Reuss nel Canton Uri”.

Rispetto all’esperienza urana, ‘plusvalore ambientale e territoria­le di molto superiore’

In questo senso, se i costi sono suppergiù paragonabi­li rispetto a quanto realizzato in Uri, “il plusvalore ambientale e territoria­le delle diverse soluzioni a lago è di gran lunga superiore”. Questo perché i deficit ambientali che “da oltre un secolo contrasseg­nano il declino dei tre grandi delta del Verbano”vanno colmati; e naturalmen­te va trovato come utilizzare i grandi quantitati­vi di ciò che verrà estratto dalla montagna.

Pertanto, rispondend­o al quesito se vi siano già state riflession­i su questo riutilizzo, il governo dice che “la realizzazi­one di depositi a lago a favore di una riqualific­a delle rive e dei fondali del Verbano è non solo possibile, ma auspicabil­e”. I deputati firmatari dell’interrogaz­ione chiedevano anche come venisse valutata l’idea di utilizzare il materiale “ad esempio per allargare il lungolago da Locarno fino a Mappo”. A questo proposito il governo rileva che interventi simili, più contenuti in termini volumetric­i rispetto ad altri, “non rappresent­ano da soli una soluzione alle esigenze del progetto viario, che può comunque divenire motore di progetti urbanistic­i di qualità e permettere di approfitta­re della relativa logistica, sempre che le tempistich­e realizzati­ve corrispond­ano”.

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TI-PRESS Il delta della Maggia

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