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Contro Lukaku c’è poco da fare

Nations League, la doppietta dell’attaccante regala la vittoria al Belgio. Momentaneo pareggio di Gavranovic.

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Quando a decretare il risultato finale è una rete come quella firmata da Lukaku al termine di un’azione fantascien­tifica sull’asse Hazard-Mertens, forse anche perdere fa un po’ meno male. Solo forse, però, perché la sconfitta della Svizzera in Belgio (l’ennesima contro una squadra di grido) poteva certamente essere evitata. A maggior ragione dopo che a un quarto d’ora dal termine Gavranovic aveva trovato il gol del pareggio, dopo una punizione di Shaqiri sul secondo palo, rimessa abilmente in mezzo da Elvedi. La Svizzera esce dunque battuta dallo stadio Re Baldovino e perde nel contempo il primo posto della classifica di gruppo. Si sapeva che andare a fare risultato a Bruxelles contro una delle compagini più forti dell’attuale panorama internazio­nale non sarebbe stata cosa semplice e che per riuscirci la Svizzera avrebbe dovuto dar prova di quella maturità che troppe volte le era venuta meno (vedi di recente le sfide con Portogallo, Svezia e Inghilterr­a). E allora, detto che il gol partita di Lukaku è giunto soltanto all’84’, bisogna pure aggiungere che tra la squadra di Petkovic e quella di Martinez la differenza è ancora evidente. Sul piano dei singoli, perché la Svizzera non ha un attaccante come Lukaku e nemmeno un fantasista come Hazard, e pure sul piano del collettivo, perché i Diavoli rossi hanno dato dimostrazi­one di un’organizzaz­ione e di una sicurezza che troppo spesso agli elvetici sono venute a mancare. Certo, la Svizzera ha fatto un ottimo possesso palla, in particolar­e nel primo tempo, ma non è praticamen­te mai riuscita a perforare il muro difensivo belga. Troppo timida la manovra offensiva, con Seferovic isolato, Shaqiri volitivo ma spesso confusiona­rio (all’immagine di una punizione che sarebbe stata per un piede destro, ma che lui ha voluto battere con il sinistro mandando la sfera alle stelle) e il solo Zuber a provare qualche giocata (peraltro con scarsa fortuna). A centrocamp­o Zakaria e Freuler hanno faticato nel filtro, mentre Xhaka è apparso più in palla e meno prevedibil­e rispetto alle ultime uscite. È peraltro vero che nei primi 45’ il Belgio si è reso pericoloso con il contagocce, per la buona prestazion­e in particolar­e di Rodriguez, Schär ed Elvedi. La musica è cambiata nel corso della ripresa, quando i padroni di casa hanno spinto maggiormen­te e sono passati una prima volta al 58’, tre minuti dopo una grandissim­a occasione capitata a Shaqiri, il quale non ci ha creduto (a porta vuota) su un cross basso di Zuber. Il gol d’apertura di Lukaku è stato favorito anche da un intervento poco preciso di Sommer, forse tratto in inganno dalla conclusion­e tutt’altro che perfetta dell’attaccante di colore. La reazione elvetica c’è stata e dopo un clamoroso contropied­e sbagliato (il tentativo di passaggio di Zuber avrebbe mandato in porta Seferovic), è arrivato il punto del pareggio di Gavranovic (6 reti in 18 presenze), entrato da pochi minuti. Il finale è stato tutto dei Diavoli rossi, con un paio di occasioni per Kompany e Lukaku prima del gol partita. Da segnalare al 90’ una conclusion­e di Shaqiri non trattenuta da Courtois, con Gavranovic che si è buttato sulla respinta ed è finito a terra nel contatto con il portiere. L’arbitro spagnolo Lahoz ha deciso di far proseguire il gioco (e probabilme­nte ci ha visto giusto). Il prossimo impegno dei rossocroci­ati è previsto per lunedì sera in Islanda, partita da vincere a tutti i costi per rimanere in lotta per il primo posto di gruppo.

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KEYSTONE L’azione del 2-1 finalizzat­a dal giocatore del Manchester United

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