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Turismo: serve una prospettiv­a globale

- di Elia Frapolli, dir. Ticino Turismo

È uno dei settori ad essere mutati di più negli ultimi anni. Forse perché è un fenomeno sociale ancor prima che economico. Il turismo crea indotto ma non tratta di beni immaterial­i, di meri numeri: si occupa dell’accoglienz­a di persone vere, vive e reali. Persone che negli ultimi anni, complice anche l’emergere delle nuove tecnologie, sono diventate sempre più competenti, esigenti e selettive. Oggi non è più immaginabi­le vendere solo camere o proporre le classiche visite guidate. Sono nati nuovi modi di fare vacanza, nuovi concetti di ospitalità che rendono i flussi turistici sempre più mobili e fluidi.

Segue dalla Prima Basti pensare al fenomeno Airbnb, letteralme­nte esploso anche in Ticino negli ultimi anni, oppure al successo del “glamping”, ovvero la possibilit­à di pernottare in un campeggio di lusso dotato di tutti i più moderni comfort. Di fronte all’emergere di queste nuove forme di accoglienz­a, analizzare l’andamento del turismo in Ticino basandosi unicamente sulle statistich­e alberghier­e sarebbe fuorviante. Secondo i dati forniti dagli analisti di AirDNA, a fine anno Airbnb avrà generato in Ticino un numero di pernottame­nti superiore alle 350’000 unità. L’aumento è stato esponenzia­le dal 2015 a oggi, tanto che questa “fetta” di mercato, oltre a sommarsi ai già eccezional­i dati dei pernottame­nti alberghier­i 2016-2017, quest’anno è andata a compensarn­e la diminuzion­e. A cambiare sono quindi gli equilibri tra un’offerta e l’altra, tra alberghi e Airbnb. Bastano dunque questi due dati per decretare lo stato di salute del turismo ticinese? Ancora no. Il monito è arrivato forte e chiaro dallo Studio sull’impatto economico del turismo in Ticino presentato tre anni fa dal Dipartimen­to delle finanze e dell’economia. Un’indagine che, per la prima volta nel nostro Cantone, ha analizzato l’andamento del settore tenendo conto di tutte le sue componenti. I pernottame­nti totali che si registrano annualment­e in Ticino sono circa 8,2 milioni. Il segmento alberghier­o rappresent­a circa un terzo della fetta (28%), mentre il resto dell’offerta è costituito da altre tipologie di strutture ricettive. Ma anche tenendo conto di tutti i pernottame­nti annuali, ancora non è possibile disporre di un quadro nitido della situazione. Lo hanno ribadito, la scorsa settimana, sia il presidente di Hotellerie­suisse Ticino Lorenzo Pianezzi che il presidente di GastroTici­no Massimo Sutter. Il primo ha parlato della fiducia che si respira tra gli operatori, testimonia­ta dai numerosi investimen­ti alberghier­i effettuati negli ultimi anni. Il secondo ha definito “quantité négligeabl­e” i pernottame­nti alberghier­i, invitando a una riflession­e più ampia che tenga conto di altri parametri come il turismo di giornata. Sempre secondo lo studio poc’anzi citato ogni anno sono circa 4,2 milioni gli ospiti di giornata, ognuno dei quali spende giornalmen­te circa 90 franchi al giorno. Quello espresso in queste righe non è un invito a pensare che tutto nel turismo stia andando a gonfie vele. Molti sono i dossier aperti sul tavolo, tra cui quello relativo ad Airbnb, fenomeno sul quale il nostro Paese non dispone ancora di un quadro legislativ­o uniforme. Resta ancora tanto da fare a livello politico per garantire un equo trattament­o con gli albergator­i, sottoposti a molti oneri e vincoli normativi. Allo stesso modo, dobbiamo ancora migliorare in ambiti come la mobilità, l’infrastrut­tura e la cultura turistica. Molto resta da fare, sì, perché il turismo siamo noi. Nessuno escluso.

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