La Csu crolla in Baviera
I cristiano-sociali perdono oltre 10 punti e anche la maggioranza assoluta. Festeggiano i Verdi. L’estrema destra entra in parlamento, ma i risultati sono stati inferiori rispetto alle aspettative. Tonfo dell’Spd che scende sotto il 10%.
Monaco – Le elezioni hanno provocato l’atteso terremoto in Baviera, dove ieri i cristiano-sociali (Csu) di Horst Seehofer hanno perso la maggioranza assoluta, crollando al 37,3%. Grande successo invece dei Verdi, che sono diventati la seconda forza del Land, mentre è stato drammatico il tonfo per i socialdemocratici (Spd), spodestati proprio dagli ecologisti. Infine avanza l’ultradestra, con l’ingresso nel parlamento regionale dell’Afd, che conquista sì le due cifre ma non i risultati clamorosi che sperava. Questo scossone politico potrebbe anche avere ripercussioni sulla politica federale. Per valutare la tenuta della Grosse Koalition occorrerà comunque aspettare le amministrative in Assia, il 28 ottobre. Persi sul terreno oltre 10 punti rispetto al 2013 (quando il partito svettava al 47,7%), Markus Söder, candidato presidente della Csu, ha comunque rivendicato il diritto al governo: “Non è una giornata facile e abbiamo avuto un risultato doloroso. Ma una cosa è chiara: non solo siamo il partito più forte, ma abbiamo anche un chiaro mandato a governare”. Söder ha anche annunciato di “voler parlare con tutti i partiti, ma non con l’Afd”. Stando alle proiezioni pubblicate ieri in serata dall’emittente tv Ard, la Csu potrebbe formare un esecutivo con i Verdi, che trionfano col 17,8% (+9,2 rispetto al 2013), ma forse anche con i Freie Wähler, politicamente più affini e fra i vincitori della serata con l’11,6% (+2,6). L’analisi sul voto vede una linea bipartisan: a penalizzare i grandi partiti nazionalpopolari sono state “le liti a Berlino, lo stile sbagliato, i toni”, come affermato dalla segretaria della Cdu Annegret Kramp-Karrenbauer. Opinione condivisa dai socialdemocratici di Andrea Nahles, sotto pressione dopo aver visto il consenso dimezzarsi e precipitare sotto la soglia psicologica del 10% (al 9,5%): “Si deve cambiare”, ha detto facendo riferimento al clima bellicoso della Grosse Koalition. Gli sconfitti puntano quindi il dito, senza nominarlo, contro un evidente responsabile: il bellicoso Seehofer, che ha trascinato il governo ben due volte in crisi negli ultimi mesi, facendo perdere la faccia a tutti, a Monaco e a Berlino. Lui però, il ministro dell’Interno, non sembra disposto a mollare: “afflitto” dal risultato Seehofer ha promesso che si tireranno “le necessarie conseguenze”, ma ha anche affermato di voler “portare avanti la sua responsabilità”. La morte politica di questo anziano leader, pronto a resistere, non si annuncia facile. E complicherà il dibattito anche nei prossimi giorni. “Abbiamo raggiunto un risultato storico”, la Baviera sceglie di puntare su “coraggio, fiducia, passione, chiedendo un
governo che risolva i problemi invece di provocarli”, ha esultato intanto la vera eroina di questa partita, quella Katharina Schulze che a 33 anni si afferma come astro nascente della politica dei Verdi. Un’alleanza con la Csu, ampiamente possibile stando ai numeri, non è scontatissima, anche perché si sono già fatti
avanti anche i Freie Wähler di Hubert Heiwanger, che pure potrebbero stare al governo. “Chi ha votato per noi ha detto anche che Merkel deve andarsene. Liberate la strada per le nuove elezioni”, ha sillabato dal canto suo la leader di Afd Alice Weidel. In Baviera l’ultradestra è entrata nel parlamento regionale con un esito a due cifre raggiungendo il 10,7%, ma senza sfondare. E quindi i leader non esultano: “La concorrenza dei Freie Wähler è stata forte”, ha ammesso Meuthen. In bilico i liberali di Christian Lindner dati al 5% (+1,7), mentre restano ancora una volta fuori quelli della Linke (‘sinistra’).