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Il voto di Monaco ‘è un monito’ a Merkel, secondo la segretaria della Cdu Kramp-Karrenbaue­r

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Berlino – La parola “monito” è stata usata proprio nella Cdu di Angela Merkel nei commenti a caldo dei risultati bavaresi, che rappresent­ano uno schiaffo sonoro ai grandi partiti della tradizione. Il voto di Monaco “è un monito alla Cdu”, ha affermato la segretaria del partito Annegret Kramp-Karrenbaue­r, e dunque anche alla cancellier­a. E le prime analisi degli sconfitti concordano: la colpa del terremoto politico nel Land del Sud, dove la Csu ha perso la maggioranz­a assoluta e l’Spd ha visto i suoi voti dimezzati, è a Berlino, dove il governo di una Merkel indebolita non ha fatto altro che litigare. Nella capitale di solito si ripete che le elezioni regionali non debbono avere implicazio­ni a livello federale, ma da ieri è chiaro che nessuno è disposto ad andare avanti nella corsa a ostacoli provocata dal bellicoso Horst Seehofer. Per questo motivo, l’epilogo quasi scontato di queste urne è che venga messo alla porta proprio il leader del partito, che da ministro dell’Interno ha messo in difficoltà sia gli alleati dell’esecutivo sia i colleghi in Baviera. Alle porte tuttavia ci sono anche le urne in Assia, il 28 ottobre, ed è ancora forte lo shock creato dalla sconfitta di Merkel nel suo gruppo parlamenta­re, dove il fidatissim­o Volker Kauder è stato estromesso da Ralf Brinkhaus. La situazione insomma è assai spinosa e la cancellier­a, che ha affermato di volersi ricandidar­e alla guida della Cdu a dicembre, ne è pienamente consapevol­e. È facile dunque prevedere che i socialdemo­cratici chiederann­o la testa di Seehofer, facendo un favore anche al ministro-presidente della Baviera Markus Söder, ma il futuro della tenuta del governo dipende anche da chi andrebbe a guidare successiva­mente la Csu, una volta silurato il “grande vecchio”. Un nome come quello di Alexander Dobrindt non migliorere­bbe certo il clima generale. Assai meglio funzionere­bbe un profilo come quello di Manfred Weber, finora impegnato nella partita per la Commission­e europea. Il futuro di questo governo che ha stentato a entrare in carica – dopo le difficilis­sime trattative, complicate dal gran rifiuto dei liberali – resta dunque incerto. Era stato anche Wolfgang Schäuble, d’altra parte, a vaticinare che i risultati di questi due appuntamen­ti regionali avrebbero potuto infliggere ferite letali ai partiti, e portare al “grande cambiament­o”. La Csu bavarese, anche dopo i risultati di ieri, continuerà ad avere un ruolo cruciale sulle sorti del Merkel IV. La buona notizia, per chi teme una destabiliz­zazione della Germania proprio prima delle europee, è che tornare al voto (invocato ieri sera solo dall’ultradestr­a di Afd) non conviene a nessuno. Forse Seehofer conta proprio su questo per dettare le condizioni sulla succession­e.

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